Willie lo strambo. Stephen KIng, Sette grandi italiani e la Paura.

Willie lo strambo. Stephen KIng, Sette grandi italiani e la Paura.

Questo 2023 inizia con un’antologia: Willie lo strambo e altre storie della collana Macabre edita da Sperling & Kupfer.

Vi piacciono i racconti?

A me molto ma non sempre amo le antologie nel loro insieme.

Ogni anno aspetto le mie due preferite di cui vi parlerò a breve (piccolo spoiler? Andate a dare un’occhiata al sito dell’associazione RilL) e se ho fortuna, come in questo caso, me ne capitano tra le mani un altro paio di eloquente magnificenza.

Perché mi piacciono le antologie come Willie lo strambo?

È presto detto: mi permettono di scoprire scrittori che non avevo ancora avuto il piacere di leggere e di innamorarmi di autori che conosco in altri generi letterari ma di cui non avevo avuto modo di apprezzare i lati nascosti.

Questa antologia ospita penne che conoscete tutti bene, solo che non sapete ancora di cosa sono capaci quando assecondano il loro lato “oscuro”.

A legare i racconti di Willie lo strambo è l’Inquietudine e ad aiutarla c’è anche la Paura.

Non quella paura che vi fa temere le ombre nelle cantine e nemmeno quella che vi ammantata di terrore quando i personaggi iniziano a morire in situazioni che sono il cliché della letteratura horror.

La paura e l’inquietudine di cui vi parlo sono quelle viscerali, quelle inspiegabile, quelle che vivono nelle pieghe della vita di tutti i giorni e a cui non sapete dare un nome.

I movimenti al margine del campo visivo, i dèjà vu, l’irrazionalità dell’inspiegabile, la banalità di una frase lasciata cadere in una conversazione e nel comportamento non comune di un parente…

Esatto, vi immagino mentre leggete e so che sapete di cosa sto parlando: piccoli e semplici episodi che sono in grado di innescare la follia.

Io ho paura dei tombini, dei palloncini rossi.

Posso dare la colpa è di uno dei signori qui presenti. Anche se forse lui ha solo scatenato qualcosa che mi viene dal profondo.

Probabilmente mi serve un bravo psichiatra ma non è questo il punto.

Guarda caso l’autore di cui vi parlo ha vergato il racconto che guida e dona il titolo all’antologia.

Non ha bisogno di presentazioni ed è il maestro di questo genere di storie.

Ovviamente parlo di Stephen King.

Il signor King dorme bene? Me lo chiedo da anni. Sicuramente meglio di me che leggo avidamente i suoi scritti e poi ho il terrore della vecchietta che casualmente ha un Impermeabile giallo appeso fuori.

Sono le cose banali a diventare il Male.

Ma dopo Willie lo strambo?

Miei lettori, lettrici e tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi, ho scoperto che io sospettavo della vecchietta della porta accanto ma non avevo affatto intuito che l’altro vicino di casa (anche se non in maniera letterale), che conoscevo come saggista, ha una vena nera che gli scorre nella penna.

Eraldo Baldini, per una ravennate, è una sorta di istituzione e ora so che anche lui vede le case abbandonate nella stessa maniera in cui le guardo io.

Il viaggio di un ispettore in una vallata può diventare l’insopprimibile pensiero fisso in un intero arco vitale e al contempo dare una prospettiva nuova anche alla selva dantesca, ci avevate mai pensato?

Ai confini del reale di solito troviamo le storie di Dylan Dog e anche la penna di Paola Barbato…ma se la sua penna vi raccontasse di un personaggio innocuo e quasi invisibile nella nostra vita frenetica?

Sapete, quel genere di persona che non sarebbe un pericolo nemmeno per una mosca. Esatto, proprio quello che stamattina ha raccolto i fazzoletti o le chiavi che vi erano caduti e ve le ha restituite augurandovi buona giornata.

Chi è? Ve lo siete chiesto?

Delle volte non c’è bisogno di trovarsi in un vicolo oscuro per carpire una dissonanza nella pace.

“Mio fratello” parla di amore ed è il racconto di Antonella Lattanzi. La famiglia non è una scelta e può capitare che con un fratello si senta un’affinità elettiva che travalica qualsiasi senso logico.

Lo sapete che qualcosa non va, conoscete la profondità di quell’abisso di desolazione che è un po’ anche vostro ma…come in uno specchio, se voi non avete il coraggio di saltare nel buco, il vostro riflesso invece ce l’ha ed è capace di tutto vestendo solo un sorriso e l’abisso.

È difficile parlarvi di Willie lo strambo e altre storie!

Tutti i racconti mi hanno distrutto l’anima perché sono l’alter ego del mio sentire e non so se esserne spaventata.

Chi non conosce Loredana Lipperini deve porre rimedio. Ho avuto un’illuminazione sulla via di Damasco quando mi è saltato tra le mani il primo libro suo che io abbia mai letto e poi ho deciso che dovevo convertire tutti alla sua scrittura.

Loredana Lipperini è tante cose ma soprattutto vive d’immenso e il suo racconto buca le certezze che ognuno ha della vita.

A me capita, non sempre ma succede, di non avere la cognizione esatta di cosa mi stia spaventando in una sequela di coincidenze al limite della candid camera. Capirlo a volte può essere la vostra salvezza e credetemi, piuttosto che trovarmi al posto di questa protagonista preferisco di gran lunga i fantasmi di Scrooge.

Seguono un racconto di Marco Peano che vi farà rivalutare il disagio verso gli allarmi che suonano per i motivi più disparati. Potrebbe capitare che uno di questi sia il proverbiale gommone mandato per salvarvi.

Sapete quale penna è davvero stata una rivelazione per me in questa antologia?

Ilaria Tuti.

Sì, lo so. Tutti conoscete il suo talento e la apprezzate per i suoi libri che narrano di donne forti come le montagne, io avevo bisogno di una spinta in più.

E la scossa di cui avevo bisogno si intitola “Scura come la notte“.

Vari temi sono stati affrontati in queste pagine: la discriminazione razziale, la violenza di genere in un culture diverse dalla nostra, la voglia di essere più che un numero nel conteggio umano e a condire tutto questo c’è l’ignoto, la scienza e l’universo oscuro e meraviglioso.

Dovete proprio leggerlo.

Se non volete ascoltare me, ascoltate Galileo. Lui lo sapeva prima di tutti noi.

In ultimo troviamo il racconto di Simona Vinci.

Vorrei che arrivaste alla fine di questo racconto solo per scoprire quale sia uno dei miei personaggi preferiti in molte storie.

Anche io ho una mente che si può definire perversa ma, in tutta onestà, chi può definirsi Nomale?

Vi lascio qui, straziati da un mio articolo lungo e con un’antologia che merita di stare nelle vostre librerie.

Chi vi ha detto che le storie non devono farvi paura, sta mentendo.

La paura è importante: vi tiene svegli, reattivi, vi fa sentire amati da chi vi consola e soprattutto vi rende VIVI.

Willie lo strambo

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Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, e che credono in quello che vedono.

Galileo Galilei

Lo sguardo di Medusa. Un mito che non smette di essere cantato e abusato.

Lo sguardo di Medusa. Un mito che non smette di essere cantato e abusato.

Ci sono storie, nel mito, che non smettono mai di affascinare il mondo. Incapaci di rimanere nel loro angolo riempiendo le menti e catturando l’attenzione di chiunque si volti e li ammiri, sbalordiscono e assumono significati diversi a seconda dello specchio che si sceglie di usare. Così è per la storia di Medusa, la gorgone dallo sguardo che pietrificava tutti quelli che osavano guardarla. Ma da dove è iniziata? Natalie Haynes lo racconta ne Lo sguardo di Medusa edito Sonzogno nel 2022.

Il Gorgoneion, il capo reciso di Medusa, campeggia nello stemma di Versace e anche in quello della Medusa Film ma ad indossarlo per prima fu la dea Athena che lo fece incastonare nella sua egida per terrorizzare i suoi nemici, talvolta campeggiava anche sullo scudo che la dea prendeva in prestito da suo padre.

Se la storia di questa gorgone non fosse così triste si potrebbe raccontare che fu una dea ad iniziare un brand di marketing che ha successo, nei media e non, da molto prima che la città di Priamo venisse distrutta.

Ma torniamo a noi.

Lo sguardo di Medusa di Natalie Haynes aggiunge qualcosa di nuovo al mito?

Questa autrice ci aveva deliziati con Il canto di Calliope, un romanzo corale in cui aveva messo in luce ben più di qualche ombra durante le dinamiche della guerra di Troia.

Aveva aggiunto della modernità allo sguardo sull’accampamento acheo subito dopo la conquista della città e, rispolverando Euripide e Seneca, aveva donato alle donne del respiro che nelle tragedie post Iliade non avevano ancora avuto.

Perché non ritentare l’impresa narrando un mito che ne ha intrecciati altri sul suo cammino?

Di nuovo un romanzo a più voci.

Di nuovo con attenzione alle donne e alle tematiche della diseguaglianza tra sessi aggiungendo la lotta contro i cliché tra la bellezza e la mostruosità.

Chi siamo noi, umani, per decidere cosa è bello e cosa no? Chi merita di morire e chi merita di vivere?

Per rispondere alla mia domanda di prima: Lo sguardo di Medusa aggiunge voci ad una storia che inizia ad essere abusata più che rinarrata.

Questo vuol dire che Lo sguardo di Medusa è un fallimento?

No, assolutamente. Ma tutt’ora, ormai giunta alla parola fine, non sono in grado di dire se mi è davvero piaciuto oppure mi lascia perplessa.

Come vi avevo già accennato, Medusa incontra altri miti lungo il suo cammino.

Non ci sarebbe nessun Gorgoneion se Zeus non avesse generato Perseo e nessuno avrebbe mai liberato Andromeda dagli scogli che la offrivano al mostro inviato da Poseidone.

Il mito di Perseo è la favola di un Eroe che sopportando le avversità del distino, per salvare sua madre Danae da un matrimonio forzato, compie mirabolanti imprese (con l’aiuto di Zeus, Ermes e Atena) per recuperare la testa di una delle tre gorgoni.

Perseo è un uomo, quindi sapete già che la sua storia narra del suo eroismo e mai del resto ma con un po’ di attenzione ai dettagli non è difficile capire che lui, come gli altri semidei, ha compiuto quasi un’ecatombe per essere degno dell’attenzione degli dèi.

Un merito bisogna riconoscerglielo: ha salvato Andromeda, anche se poi l’ha rinchiusa in una gabbia dorata e mi domando se lei si sia mai resa conto di cosa il “potere” avesse fatto a quel sedicente figlio amorevole.

Se dobbiamo credere che la personalità di uomo si evince dal trattamento che riserva a sua madre, a ben vedere c’era poco di che star tranquilli.

A narrare la storia di questo mito, almeno in parte, è il Gorgoneion che, una volta reciso, perde la personalità della sua portatrice e si trasforma in strumento di morte ma…

Anche se Perseo è il vero sterminatore in questa storia, la testa recisa di Medusa si rende conto del disastro che incombe e della noncuranza con cui il suo potere viene utilizzato: lei stessa ne trae un qualche piacere, ma non può farci nulla se non raccontarci quello che accade.

Mi domando se Lady Mary Crowley di Downton Abbey mentre paragonava se stessa ad Andromeda salvata da Perseo, nella prima serie del period drama, si sia accorta del paradosso insito nel fatto di essere salvata e poi sposata da un uomo che in realtà non si conosce affatto e potrebbe rivelarsi essere chiunque: anche un assassino che gode nell’uccidere.

Potrei raccontarvi la storia dell’infelice Gorgone ma la conoscete: stuprata da Poseidone e punita da Atena. A voi scegliere i motivi della punizione, c’è chi dice che sia dovuta alla sua vanità ma non è fondamentale ai fini di questa storia.

Quello che le è accaduto vi sembra proporzionale al reato? A voi il giudizio.

Avete anche la conoscenza di cosa abbia scatenato tutto questo: se gli dèi non si fossero messi a farsi i dispetti probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto e che, soprattutto nel caso dei loro fenomenali poteri cosmici, quando tentano di mettere a posto tutto combinano disastri molto più grandi e li ammantano di eroismo.

Sensi di colpa? No, nessuno.

Quindi Lo sguardo di Medusa merita di essere letto?

Il libro è piacevole anche se a tratti può risultare lento e leggermente forzato in alcuni punti.

La voce narrante si ripete spesso: accusando Perseo di essere petulante e meschino rischia più volte di commettere la stessa colpa.

Nonostante sia più che ovvio che la storia di Medusa debba essere connessa a quella di Andromeda e che ciò che le connette sia lo sguardo del Gorgoneion, ho avuto (in più di occasione) la sensazione che alcune parti di questa storia siano di troppo e tolgano ritmo alla narrazione e al suo soggetto.

Il risultato è strano e dissonante: più che la sensazione di aver ascoltato un coro di una tragedia sembra di aver assistito ad una cacofonia di capricci e che a farne le spese siano le due donne che si volevano valorizzare.

Perseo sarà anche stato quello da biasimare, e con lui tutta la parentela divina, ma c’era la necessità di dargli tutto quello spazio?

È un dubbio che mi è venuto.

Ripeto: Lo sguardo di Medusa mi è piaciuto ma c’è anche qualcosa che non mi ha convinto e, inoltre, il mio è un parere che potete ignorare.

Di sicuro, però, non l’ho amato come ho amato Il canto di Calliope.

Lo sguardo di Medusa

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“Se venissi calpestato da un gigante e da un dio – cosa che da parte nostra non sarebbe intenzionale, ma insomma, uno di noi potrebbe fare un passo falso nel pieno della battaglia, e allora tu saresti… Bè, saresti stato. In ogni caso, sarebbe del tutto indolore. Cioè, probabilmente sarebbe molto doloroso, ma solo per un attimo, poi smetterebbe.”

Troia di Stephen Fry. Un Aedo d’eccezione per una battaglia Epica.

Troia di Stephen Fry. Un Aedo d’eccezione per una battaglia Epica.

Non posso mai fare a meno di trovarmi agli albori della Storia Greca, deve essermi rimasta impigliata in una caviglia un giorno di tanti anni fa. Ancora una volta, sullo scaffale della mia libreria preferita, ho trovato nella sezione saggi un libro dal titolo privo di mistero: Troia di Stephen Fry, edito per Salani nel 2022.

Dico che il titolo è privo di mistero perché, ormai lo sapete tutti, sono anni che in maniera piuttosto ciclica io mi siedo nella piana tra lo Scamandro e la porta Scea e mi godo lo spettacolo.

Li ho visti tutti. Correndo avanti e indietro mi sono passati davanti tutti i guerrieri, ho visitato gli accampamenti, mi sono seduta alla tavola di Priamo e ho persino litigato con Ulisse qualche volta.

Non posso fare a meno di stare con loro 10 anni.

Dieci anni a Troia non è la condanna di Ulisse ma la mia aspettativa di esistenza ogni volta che mi trovo davanti ad un libro che ne racconta le vicende.

Ora, a detta di molti, dovrei ormai essermi annoiata di questi retelling della guerra narrata da Omero nell’Iliade. Ma non è così.

Mi annoiano i libri che cavalcano l’onda, quelli che non aggiungono sfumature sconosciute, quelli che all’ordito non aggiungono fili e trame che fanno risplendere l’arazzo.

Troia non è uno di questi.

Vi ho già detto che l’ho trovato nella sezione saggistica ma… chi dice che i saggi sono noiosi o boriosi non sa proprio che cosa ho tra le mani.

Avete presente quando davanti a voi, magari ad un evento letterario, c’è qualcuno che vi parla del suo libro ma l’unica cosa a cui è realmente interessato è sentire il suo della sua voce?

Ecco, questo capita anche nei libri. Ne ho letti di testi dove gli autori si stanno rivolgendo al loro riflesso nello specchio e si fanno anche gli applausi da soli.

Quindi, Stephen Fry è questo genere di autore?

Ma nemmeno per sogno. Avete davanti un autore che sa quello che dice e vuole che vi divertiate a scoprire con lui la guerra che rese famosi tutti gli eroi che sappiamo essere coinvolti.

Stephen Fry vuole giocare con voi e vuole che abbiate la gioia della lettura, dello scoprire nuovi dettagli, che non vi vergogniate se le vostre opinioni in merito non sono scolastiche e che giochiate con i punti di vista.

L’autore si diverte anche a ricreare i possibili dialoghi e i giochi di sguardi tra i protagonisti.

Insomma, leggere Troia è uno spasso.

Un dialogo sagace e frizzante con uno studioso acuto e appassionato, cosa si può volere di più? Io potrei andare avanti per giorni dialogando con una mente così.

Ho trovato in copertina un commento del Guardian che definisce l’autore: “Un maestro che indossa la cultura con estrema leggerezza” e io non avrei saputo spiegarvelo in maniera migliore.

Vi racconto una cosa sciocca in merito alla mi esperienza con questo libro: io tolgo sempre le sovra copertine perché non voglio rovinarle e perché mi piace tenere in mano il libro senza sentirmelo scivolare tra le mani, quindi io non ho guardato la quarta di copertina dove campeggia la foto dello scrittore.

Ho notato che conoscevo il nome ma ho pensato (perché nonostante io sia nota per la poca fiducia nel genere umano) che esistessero due Stephen Fry famosi.

Ora, mi rendo conto che facendo così ho implicitamente dato vita al clichè in cui un attore di straordinario talento non possa anche essere uno scrittore di rara abilità narrativa ma non era questa la mia intenzione.

Quando ho terminato Troia, ho fatto quello che faccio sempre: giro per casa declamando alla mia platea immaginaria quanto mi sia piaciuta l’opera e tesso le lodi dell’autore o dell’autrice.

Questa scenetta la metto in atto con il libro in mano e, in questo caso specifico, mentre davo sfoggio della mia abilità oratoria, ho rimesso la copertina al libro e ho visto il ritratto di Stephen Fry.

Sì, Stephen Fry è la persona che ha dato vita a moltissimi dei personaggi cinematografici che ho amato e detestato, è doppiatore, sceneggiatore e produttore e ha scritto libri che io adesso voglio nella mia libreria.

Perché Troia è il terzo di una trilogia, non fatevi spaventare potete leggerli separatamente ed è lo stesso autore a dirvelo in prefazione.

I primi due libri sono Mythos ed Eroi. Qualora ce ne fosse bisogno, mentre vi occupate di Troia, troverete nelle note a piè di pagina tutti i riferimenti utili per essere nel pieno della storia.

Tranquilli siete in ottime mani, tra ottime pagine e nel mezzo di una storia che non smette di parlare anche a millenni di distanza.

Troia è la storia di una città che era considerata inespugnabile, un po’ come quando ti fanno capire che la cultura non è un gioco o che non sia divertente.

Troia è stata conquistata a duro prezzo e conoscere le vicende che hanno portato il mondo a rifrangersi sulle sue coste per ottenerne i segreti e i tesori può essere avvincente.

Lo consiglio a tutti coloro che vogliono approfondire l’Iliade o avvicinarsi, ai giovani che hanno paura del greco ma che dopo questo ci si avvicineranno senza paura.

Un enorme grazie a Stephen Fry, al suo Troia. È un onore conoscere la sua penna oltre che il suo talento sulle scene.

Troia

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Per chi volesse conoscere altri titoli legati alla guerra di Troia vi lascio i link ai miei articoli nel sito: Il pianto delle troiane. Il corpo di Ilio insepolto e spoglio di epica e La vendetta degli dei. Da tragedia a show comico.

Qualunque sia il nostro Paese e per quanto possiamo essere orgogliosi delle nostre dichiarazioni nazionali di tolleranza, onore e dignità, non si piò escludere che gli eserciti che combattono per la nostra bandiera non si siano resi colpevoli di atrocità pari a quelle perpetrate dagli insaziabili greci quella notte.

Leggere a Natale? Una slitta di Libri per viaggi tra le pagine

Leggere a Natale? Una slitta di Libri per viaggi tra le pagine

Durante l’anno leggo molto e non è un segreto ma oltre a riempire la mia libreria, cosa posso fare per voi lettori? posso consigliarvi le mie letture e posso mettere fabbricare una slitta di libri per viaggi tra le pagine che userò per aiutare il Babbo Natale e per consigliarvi cosa leggere nelle festività.

Leggere a Natale? Per noi lettori è la cosa più ovvia da fare, meglio se è un’attività condivisa in famiglia o, altrimenti, noi lettori non siamo schizzinosi: leggiamo anche da soli accoccolati sotto ad una coperta.

Se c’è un camino o un termosifone meglio ma anche in quel caso a noi basta la luce e delle pagine in cui immergersi.

Io non vi propongo un libro in questo articolo, io vi regalo una slitta.

Una slitta di Libri per viaggi tra le pagine e potrete essere ovunque e con chiunque ma soprattutto avrete titoli a non finire.

Io e un elfo ci siamo messi al tavolo. La priorità è stata quella di calcolare con esattezza lo spazio a disposizione sulla slitta.

Prima che vi chiediate se l’ho rubata al possessore sappiate che lui ne ha circa qualche milione che non usa più perché tutti gli anni acquista l’ultimo modello.

Io leggo in maniera compulsiva, lui compra slitte.

Io e il mio amico elfo, ormai siamo come fratelli, abbiamo deciso di fare una cernita di titoli e penso che ci siamo avvicinati ad un buon risultato ma sappiate che ho preparato alla partenza solo i miei viaggi più indimenticabili di questo 2022.

Bene, ora che conoscete la mia missione, siete pronti?

Cosa c’è nella slitta di Libri per viaggi tra le pagine?

Iniziamo da quello che costituisce il mio essere. Le mie basi partono sempre da un mito, dalla Storia e da culture che più cerco di afferrare più mi scivolano tra le dita.

Per Fazi Editore quest’anno è stato pubblicato il primo capitolo della trilogia di Elodie Harper su Pompei. La storia è ambientata in un lupanare e mi ha stupito la sensibilità con cui l’autrice ha trattato la condizione di vita di queste donne. Quindi il mio primo regalo a voi è: Le lupe di Pompei.

Le donne che finivano schiave a Pompei potevano arrivare da ogni parte dell’Impero Romano e questo basta per ricordarci che agli albori della storia e del mito ci furono le prigioniere di guerra, rese schiave, a Troia. Prima erano principesse e donne libere poi trastullo di guerrieri.

Pat Barker ha scritto due libri bellissimi su queste donne e sulle vicende che ha portato il loro mondo al tracollo. qualcuno potrebbe dire che è bastato far scivolare una mela a terra durante un matrimonio o altri che basta poco per far adirare una divinità ma il risultato è stata una delle guerre più lunghe e sanguinose dell’antichità

Quindi a voi dono: Il pianto delle troiane edito per Einaudi e non mancate di leggere Il silenzio delle Ragazze sempre della stessa autrice e per la stessa casa editrice.

Se volete rimanere nel periodo storico per voi ho Troia di Stephen Fry edito per Salani editore e La schiava ribelle di Eleonora Fasolino per Newton Compton editore.

Durante il vostro viaggio di ritorno passate da Lesbo e chiedete a Saffo di raccontarvi le storie sulle vele nere che attesero non lontano l’arrivo del vento per andare a combattere, sono sicura che vi ammalierà con la sua storia. Troverete molto del fascino della poetessa in Saffo, La ragazza di Lesbo di Silvia Romani – Einaudi.

Ora la mia slitta di Libri per viaggi tra le pagine ha un fondo stabile e passiamo ai miei amori dalla fosche tinte Dark.

Un misto di storie vere, un tocco di fantasia e quel che bastava per trascinarmi tra le loro pagine.

Oscar Vault quest’anno ha messo a dura prova il mio cuore. Tre colpi bene assestati che non mancheranno di fare lo stesso effetto anche a voi.

La casa sul mare celeste e Sotto la porta dei sussurri di TJ Klune sono storie che affrontano tematiche importanti senza scadere nella mera strategia di narrazione: non ci sono sensazionalismi, è vita e come tale va raccontata.

La reincarnazione delle sorelle Klun invece è un libro che volevo e che ho aspettato dal momento in cui l’autore ha annunciato una sua sua pubblicazione con Oscar Vault, leggete cosa ne penso del fantastico libro di Manlio Castagna.

Per rimanere sulle tinte oscure di storie Dark per voi ho qualcosa che vi consiglierebbe anche Stephen King, pronti? La collana Macabre di Sperling & Kupfer nasconde molti gioielli ma i miei sono:

La casa in fondo a Needless Street di Catriona Ward, Offerte sacrificali di Robert Marasco e Willie lo strambo antologia di autori vari tra cui anche qualche insospettabile nell’ambito della letteratura dark.

Tutti amano King e chi dice di no, mente.

Ho terminato di riempire la slitta di Libri per viaggi tra le pagine? Non dite assurdità, è ancora mezza vuota.

Non abbandoniamo le oscure vie, anzi venite a vedere cosa c’è da trovare a Whitechapel.

Massimo Polidoro e Guido Sgardoli hanno per voi notizie sul serial killer più famoso della storia. Più famoso anche di Jhonny Depp ma ne I delitti di Whitechapel (edito DeA), in realtà, di Jack non interessa a nessuno ma molto hanno da dire le vittime.

Ora che vi ho inquietato, torniamo gradualmente alle favole? Perchè non c’è Natale senza storie magiche, anche se non tutte a lieto fine.

Dai su! Non fate quella faccia, avete letto quello che sto mettendo nella slitta. Se pensate che io vi dia solo zucchero avete scelto la viaggiatrice sbagliata.

Da qualche tempo a Milano è in corso una mostra immersiva nel mondo di Benjamin Lacombe e io per voi ho uno dei libri che ha Illustrato per Ippocampo: Storie di fantasmi del Giappone! Andate alla mostra e godetevi le storie scritte da Lafcadio Hearn e non potrete più fare a meno della sua penna.

Hearn ha una biografia interessante e vi consiglio di scoprirla e per voi in slitta, all’ultimo secondo, includo Kwaidan edito per Libreria Pienogiorno.

Vi avevo promesso delle favole. Quindi i miei ultimi pacchi per voi sono per i più piccoli e per i giovani ormai adulti.

Ultimi regali e ultimi doni nella slitta di Libri per viaggi tra le pagine! Tenetevi saldi e speriamo che l’elfo leghi bene i pacchetti.

Sapete di una piratessa che per qualche tempo comandò una flotta in Cina?

Oh l’avete intravista in Pirati dei Caraibi (No, non è Elizabeth Swan), lei è La Più grande e sarà Davide Morosinotto a narrarvi la sua storia ed è la casa editrice nel capoverso qui sotto che l’ha pubblicata.

Rizzoli dopo un’edizione illustrata da Jacopo Bruno di Canto di Natale di Dickens, rimette l’illustratore all’opera con lo Schiaccianoci di Hoffman.

Lo ammetto, questo secondo volume non è stato di facile reperibilità ma l’ho fortemente voluto e me lo sono preso strappandolo dalle mani di un antico mostro cattivo.

No, non vi preoccupate non sono ferita, lui sta molto peggio di me.

Vi piacciono i gatti? Perchè ho un amico e lui vuole che vi consigli anche la storia sua e di Ari, ovvero Il Senzacoda. Chiedete a Loredana Lipperini che passa dal dark di Lovecraft alla più dolce delle storie con la facilità di un gatto, per l’appunto.

Adesso la mia slitta di Libri per Viaggi tra le pagine è pronta, vi auguro Buon Natale e di perdervi tra i miei consigli.

Se anche non doveste più riuscire ad uscire dalla libreria di certo non vi farà male!

Una slitta di Libri per viaggi tra le pagine
100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian. Le tradizioni svelate.

100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian. Le tradizioni svelate.

Le festività natalizie si avvicinano e ognuno di noi aspetta il Natale rispettando le tradizioni della propria famiglia o, se siete come me, secondo le tradizioni che considera confacenti alla propria personalità. Ma come è facile perdersi e lasciarsi trasportare tra le molte usanze per le festività e, quando si pensa al Natale, spesso, capita di pensare all’Inghilterra e al suo charme centenario in merito di festeggiamenti. Infatti, questo Natale ho prontamente provveduto a mostrarvi un testo che potrebbe donarvi qualche spunto in più: 100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian di Antonia Romagnoli.

Questo libro è un saggio sul Natale, un compendio di come gli inglesi, durante il periodo della reggenza e il regno della regina Vittoria, hanno formato il loro Natale e lo hanno reso immortale.

Ma non è solo questo.

100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian è un ricettacolo di storie, origini e segreti di tutto quello che al giorno d’oggi è ancora simbolo del giorno di Festa per eccellenza.

Volete sapere da quale periodo storico i nostri amici di oltre Manica hanno ereditato i loro segreti per le loro dodici notti? 100 Natali lo sa e la sua autrice ve lo racconta.

Per essere precisi i periodi storici in esame vi verranno presentati separatamente ma scoprirete che molte tradizioni sono simili ma si sono evolute trasformandosi in qualcosa che ha un sapore vittoriano ma somiglia molto a quello che per noi è il vero spirito natalizio.

Siete amanti dei due periodi storici di cui stiamo parlando e vi piacerebbe organizzare le festività seguendo le giuste tappe? 100 Natali vi preparerà dalle scarpette agli abiti e lo farà con la stessa grazia con cui lo farebbe una vostra amica.

100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian vi catapulterà nel mondo di Dickens, Jane Austen e tutti i loro personaggi.

A me è capitato di voler riprodurre la colazione delle sorelle March offerta dal Signor Laurence, oppure di voler sfidare l’inaccessibilità di Mr. Scrooge e preparargli un giusto pranzo di Natale ma… come fare?

Per un giorno potremmo essere come le Benedetta della cucina: ci divertiremo cucinando.

Se avete 100 Natali avrete a disposizione le ricette per preparare un ottimo pranzo pienamente rispettoso dell’epoca.

Proviamo le ricette e diciamoci se ci sono piaciute… la cucina inglese può non piacere a tutti ma io la trovo deliziosa. Dovete solo entrare nell’atmosfera.

Ma tutto questo non basta.

Chi di voi non è stato affascinato dai cantori natalizi? Io ho un amore smisurato per una delle carole più tetre di sempre.

No, non mi riferisco a Auld Lang Syne ma a Carol of the Bells. Ma da dove trae la sua origine, sapete che in realtà deriva da un canto ucraino, poi ri-arrangiato e adattato per diventare un canto natalizio?

Quando sento quel coro mi vengono ancora i brividi…oltre a ricordarmi un certo ragazzino che tiene in scacco i due ladri che vogliono svaligiargli la casa…ricordate vero Mamma, ho perso l’aereo?

Lo so che non ha niente a che fare con il Natale Regency o Vittoriano ma ormai vederlo è una tradizione e abbiamo in comune Carol of the Bells, quindi perché no?

Ma tutto questo non sarebbe sufficientemente natalizio se 100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian non avesse in serbo per voi anche i racconti sulle leggende natalizie e i suoi simboli più conosciuti e i giochi di società che potrebbero allietare le vostre serate.

Per una volta scoprirete che un divertimento semplice e un tantino licenzioso potrebbe rendere speciale un periodo già magico per se stesso.

Perché non provare?

Se non vi ho convinto fino ad ora in merito a questo libro, voglio aggiungere che il corredo fotografico e meraviglioso e l’autrice ha fatto un lavoro di ricerca che non comprende solo notizie che potremmo facilmente reperire ma anche i segreti nascosti solo nella letteratura mai tradotta in italiano, quindi ora siamo possessori di particolari che nessuno ha mai condiviso con noi.

Ora siete convinti? Bene, ora vado nelle mie cucine e dico a miei servi (ovvero a me stessa) di iniziare a preparare l’occorrente, venite con me?

100 Natali: A Christmas World Regency & Victorian

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“Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro!” Ripetè Scrooge scendendo dal letto.

Canto di Natale – C. Dickens