Emily Dickinson.

Emily Dickinson.

Quante cose possono suscitare emozioni, trascinandoci in un vortice tumultuoso anche quando non siamo noi ad essere i protagonisti, ma vite “altre”, vite speciali come quella di Emily Dickinson.

A volte bastano delle note a risvegliare sentimenti impolverati, altre volte uno sguardo seppur fugace può essere sufficiente ad aprire mondi che, per tutta la vita possono rimanere chiusi in una stanza.
Ci sono volte poi, in cui le emozioni sgorgano impetuose ed inarrestabili, come nella perfetta tessitura fa immagini e parole creata da Liuba Gabriele in Emily Dickinson.

Mai una frase fu più calzante per un’autrice così speciale, impossibile non riconoscerne immediatamente il talento straordinario.

Eppure soltanto dopo la sua morte e, forse anche contro la sua volontà, si è potuto godere delle sue magnifiche opere. La maggior parte custodite segretamente, come un tesoro talmente intimo da essere inconfessabile al mondo.

Le tavole di questa Graphic Novel trascinano dentro la vita della poetessa, sono coinvolgenti e hanno il grande pregio di essere state studiate per introdurre il lettore dentro la quotidianità del 1800. La scelta dei colori pastello, la cura nella rappresentazione di abiti, paesaggi e persino le espressioni dei personaggi accolgono il favore del mio immaginario rispetto al periodo. Ho amato le tavole in cui veniva rappresentata la vita all’interno della dimora borghese in cui risiedeva Emily con la famiglia.

La determinazione e nel contempo la fragilità di Emily Dickinson non hanno quasi bisogno di parole. Le emozioni vissute dalla poetessa emergono chiare e potenti, sta a noi accoglierle e comprenderle.

E’ stato impossibile restare indifferenti alla determinazione con cui persegue i suoi obbiettivi e alla passione con cui ha vissuto ogni istante della propria vita. Ovviamente va considerato il contesto in cui è vissuta, il periodo conservatore ed i pochissimi diritti che potevano vantare le donne.

Dalle tavole traspare persino la preoccupazione di una famiglia che vede crescere una donna non conforme ai normali canoni dell’epoca, uno spirito libero che cercava il proprio spazio di espressione. Immaginate le difficoltà per una donna fuori dal comune come lei, che preferisce volare fra le mura della propria stanza pur di non fermare i propri sogni. Dopo il diploma si aprono per lei nuove porte, i circoli letterari svelano il palcoscenico delle possibilità di scambi e crescita personale, della nascita di amori e passioni.

Tutto però è sempre ammantato da un alone di oscurità e cattivi presagi.

Un altro particolare che mi ha colpita notevolmente è stata la capacità di Liuba Gabriele di riuscire a fondere natura e sentimenti, in una danza dentro e fuori dal corpo di Emily Dickinson. Una danza quasi erotica, fatta di colori sempre più accesi e linee sempre più definite .

Metafora perfetta per indicare il rapporto speciale fra la passionale poetessa e la natura da lei tanto amata.

La casa editrice Becco Giallo continua a sfornare splendide biografie in versione illustrata. Un libro che ad un occhio frettoloso può apparire una lettura veloce a cui dedicare pochi attimi, vi consiglio invece di tuffarvi più volte nel caleidoscopio di colori per sprofondare nel cuore di questa grande poetessa.

Si ringrazia la casa editrice per la copia.

Leggi la trama

A proposito di libri illustrati che parlano di donne, ti consiglio anche Le ragazze di Saffo

Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.

Se allevierò il dolore di una vita,

o guarirò una pena,

o aiuterò un pettirosso caduto

a rientrare nel nido

non avrò vissuto invano

Le ragazze di Saffo. La somma poetessa e il cammino dell’amore.

Le ragazze di Saffo. La somma poetessa e il cammino dell’amore.

La casa editrice Becco Giallo non smette mai di sorprenderci e deliziarsi con le biografie illustrate, ho letto Le ragazze di Saffo, ma spero di poter quanto prima arricchire la mia collezione con questi libri in grado di nutrire occhi e cuore.

Arianna Melone, classe 1996 ha vinto il premio New Design nel 2015 e nel 2017 il Premio Imago al Comicon di Napoli. E’ la creatrice di questo splendido libro illustrato che ci accompagna dentro la quotidianità della grande poetessa Saffo.

I pregiudizi sulla grande poetessa crollano appena ci si tuffa fra le pagine illustrate, oltre a non nascondere la propria umanità, Saffo si dimostra esempio di virtù mostrando le sue grandi qualità di insegnante di morale e confermandosi un membro di grande importanza all’interno della società.

Alcuni dicono che le muse siano nove;

che distratti!

Guarda qua :

c’è anche Saffo di Lesbo, la decima.

Nella graphic novel Le ragazze di Saffo, lei è maestra del cuore e grande sacerdotessa.

Questo libro ci mostra un lato molto importante della grande poetessa: la sua capacità di istruire al sentimento e di ritualizzare il passaggio delle ragazze verso il ruolo sociale che andavano a ricoprire.

Eresse un tiaso e ne fu anche l’insegnante, poiché nella società fra il VII e VI secolo A.C. anche l’educazione all’amore e al sentimento erano considerati parte integrante del ruolo sociale di ogni donna.
Lei accompagnava in maniera sacra e attraverso i suoi versi, le giovani donne dalla condizione di adolescente, propria di Artemide fino a divenire muse dell’amore, sacerdotesse di sessualità e sensualità, ispirate al modello Afroditico.
Ma il tiaso costituisce per le giovani donne anche un fiorente luogo di scambi culturali, ricco di idee, scambi e pensieri condivisi.

Un importante fulcro di crescita individuale dal quale e per il quale nasceranno parole e poesie indimenticabili.

Anche l’immortalità ha il suo peso,

soprattutto quando della mia vita rimangono solo frammenti.
Sarò ciò che loro vogliono,

vivrò attraverso ricostruzioni e interpretazioni.

Una vita fatta di racconti e smentite, di lodi e grandi critiche, quella di Saffo.
La maggior parte delle sue opere poetiche nascevano ed erano utilizzate all’interno del tiaso e recitate durante i riti. Con le sue parolo ci racconta la società dell’epoca e il ruolo che le donne ricoprivano all’interno di essa, ci parla di amori e di incomprensioni, passioni sfrenate, delusioni e gelosie.
I profili di un tempo, gli sguardi sognanti delle donne, i colori scelti ad arte per interpretare le emozioni sono solo alcuni dei tratti principali di questa interessante graphic Novel.
Tutto il libro trabocca di passione sotto ogni sfaccettatura e ci accompagna dentro la visione di Arianna Melone della grande poetessa della Grecia antica.
Un ritratto nuovo ed interessante, non incentrato solo sulle poesie, ma sui diversi aspetti di questa grande donna che è stata modello e maestra per molte altre donne, nonché grande intellettuale, rispettata ed amata dalla società del tempo.

Le ragazze di Saffo

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Ho amato, ho sofferto, ho composto versi.

Forse una sola verità rimane:

sono un’anima figlia del suo tempo.

Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus.Le Panas

Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus.Le Panas

Arrivano silenziose la notte ed in silenzio portano il loro fardello, non è fatto soltanto di panni da lavare, ma di un eterno dolore da espiare; con Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus. Le Panas , il nostro esploratore è tornato per parlarci di una nuova terrificante scoperta!

Lo abbiamo conosciuto già nel primo volume: Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus. Le Cogas dove ci accompagnava dentro sos contos de foghile a parlare di streghe sarde.

Questa volta il nostro esploratore non morto ci accompagna in Barbagia, precisamente ad Ollollai .

Il Dottor Kraus ci accompagna dentro una leggenda antica quanto la nostra isola: le Panas.

Quanto pesa il cuore di una madre? Non è possibile da calcolare, specialmente se questa madre è stata separata dal suo bambino.

Il suo cuore gronderà lacrime nella vita e nella morte, trasformandosi in pietra verso chiunque oserà incrociare il suo cammino.

Le madri sono capaci di grandi cose, nel bene e nel male, sono in grado di compiere anche i gesti più efferati se vengono private del proprio amato figlio.

Le Panas sono donne e madri, morte nel momento in cui mettevano al mondo la propria ragione di vita e per questo non sono in grado di darsi pace.

Non troveranno il riposo eterno prima dei sette anni, numero mistico che in Sardegna ricorre molto spesso.

Durante questo periodo di espiazione sono condannate a vagare sulla terra, indossando dei lunghi veli bianchi.

La notte sostano lungo il fiume, dove lavano i panni fino all’alba.

Instancabili intonano una nenia che il loro bambino non potrà mai ascoltare:

Anninnia, anninnia
Drommi l’asettu meu
Chi pal te soccu molta eu
Drommiti lu me bè
Chi soch’eu molta pal te

Che dolore immenso ristagna dentro il cuore di queste donne-spirito!

Viene quasi voglia di consolarle o di correre lungo la riva ad aiutarle nel loro lavoro.
Per donare loro un po’ di sollievo che non hanno avuto nella vita.

In Sardegna però si sa che l’anima delle Panas è irrimediabilmente corrotta dal dolore, e nessuno si deve avvicinare lungo le rive del fiume di notte.

Sono crudeli e vendicative, costrette ogni notte a scontare la propria pena e non accettano di essere interrotte o la loro vendetta sarà terribile!

Ilenia Loddo con Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus. Le Panas, anche questa volta ci trascina dentro l’antico immaginario sardo e lo fa in modo quasi tangibile.

Ci catapulta dentro i borghi silenziosi, nelle chiese in cui le donne piangono la perdita di una giovane madre, per poi irretire i nostri sensi lungo le rive del fiume silenzioso.

Quello stesso fiume dove, una notte dopo l’altra , per i prossimi sette anni, una giovane donna morta laverà i panni insanguinati del suo bimbo con le lacrime, in attesa del momento in cui potrà anche lei, finalmente, riposare in pace.

Ilenia loddo è colei che ha saputo dare la forma a questi racconti, è un’eclettica illustratrice e amante della letteratura gotica nonché di storie horror e crime, la sua matita mi affascina e mi ipnotizza pagina dopo pagina.

Sorrido mentre ripongo il secondo volume accanto al primo e mentalmente preparo lo spazio per il prossimo, sorrido, dicevo, ma è il sorriso amaro di chi sa, che fra i silenzi di questa isola, fra i racconti sussurrati e disegnati, si cela una grande verità; fatta di poche parole ma di tante anime.

Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus. Le Panas
Sketchbook vol.1. La sacra arte del segno.

Sketchbook vol.1. La sacra arte del segno.

Oggi cari viaggiatori voglio rompere la consueta routine di racconti, per invitarvi a fluire dentro il disegno senza parole: Sketchbook vol.1.

Si tratta di un’opera di Elena Albanese, artista già conosciuta per The goddess temple Oracle cards e per i meravigliosi lavori su commissione che rappresentano gli archetipi delle Dee.


Dedicarmi ad un sentire puro e, se vogliamo istintivo, è stata una splendida avventura.


Mi sono ritrovata a riflettere spesso su quanto siano necessarie le parole dentro le pagine e sono giunta ad una conclusione estremamente personale.
La lettura implica un necessario ragionamento, riflessioni sui fatti e anche tanta voglia di lasciarsi guidare dall’autore verso la meta da lui definita.
Questo ovviamente è intercalato da tutta quella serie di pause, durante la lettura, che portano la mia fantasia molto lontano, spesso creando nuove situazioni e possibili finali; è sempre un viaggio molto emozionante per me.


Un viaggio che non sempre si conclude con la fine del libro.


E quando il libro non parla nel modo consueto?

Avere fra le mani un libro fatto esclusivamente di immagini porta la mia mente a voler vestire la pelle del serpente, questo perché il serpente è un animale estremamente istintivo e leggendariamente potente.


Striscio lungo il tratto, saggiandone lo spessore e l’intensità.

Circondo l’immagine con occhi, pelle e sensi estremamente acuiti.


E poi mi lascio afferrare dall’emozione e ne divoro l’essenza.

Faccio in modo di divenire parte di quei corpi sacri che Elena sa così meravigliosamente sacralizzare.


C’è qualcosa di ferino nei suoi disegni, un’eco antica che si risveglia e inizia a pulsare forte e prepotente.
Un pulsare così importante che niente è più lo stesso, mi fondo come una macchia di colore nel dipinto e in un attimo…

Io sono lei e lei è me.


Ciò di cui vi ho appena parlato è il tumulto di emozioni che ho attraversato ad ogni pagina, dentro gli occhi di ogni creatura disegnata da Elena.


Non ho però gli strumenti adatti per parlare di tecnica, quindi ho deciso di lasciare che sia proprio la creatrice dello Sketchbook vol.1 a raccontarvi delle sue scelte e del suo percorso partendo innanzitutto dalla definizione di Sketchbook

Elena:

Uno schizzo, bozza o sketch è l’unione di quei primi segni esplorativi nella traduzione in immagine di un pensiero o visione.
Porta in sé la freschezza e l’immediatezza di un gesto istintivo che va man mano approfondendosi e affinandosi.
Lo sguardo si rivolge verso una direzione ad osservare e pian piano, attraverso lo scorrere della matita, si entra nell’ambiente, nella scena, completamente aprendo una relazione e un dialogo attivo con il soggetto incontrato.


Ricordo e tengo caro il giorno in cui udii delle parole molto simili a queste ultime, relative al dialogare, da John Howe uno dei miei artisti preferiti da cui ho avuto l’onore di poter apprendere qualcosa direttamente durante un workshop che tenne al Lucca Comics di un po’ di anni fa in una maniera totalmente delicata eppure estremamente potente.
Ne ricordo lo stupore, l’emozione, le lacrime e il mio guardare in maniera incredula la mia collega e amica poichè sentivo che stava provando ad esprimere qualcosa di molto profondo, che avevo provato e relazionato in maniera forte con alcune pratiche spirituali di viaggio, che avevano mosso emozioni molto profonde in me, conducendomi verso i contenuti che tento di esprimere.

Le sue parole e il modo in cui le espresse avevano smosso e consapevolizzato delle cose in maniera chiara.

Quell’incontro attivato, quel dialogo, è più prezioso del risultato finale dell’opera stessa e attraverso la condivisione dell’opera si può attivare un altro dialogo che si apre al mondo.

Perché Scegliere lo Sketchbook?

Ho sempre amato molto gli sketchbook dei vari illustratori e illustratrici che seguo e ne colleziono diversi, ognuno con la sua impronta personale assieme ai vari libri illustrati e non.

Adoro perdermi nelle loro esplorazioni che diventano talvolta dei carnet de voyage, dove si rivela parte della direzione del loro sguardo, del loro modo di vedere e interpretare, della loro emozione.


L’idea di produrre un primo volume che raccogliesse parte dei miei sketch e matite nacque intorno al 2013, dopo la produzione del mio primo libro illustrato.

Avevo iniziato a raccogliere e conservare le bozze migliori, a selezionare, impaginare, disfare, rifare da zero.

Poi il ritmo si è allentato per dar spazio ai progetti e lavori in corso, ma le immagini hanno continuato a muoversi quotidianamente.

Hanno bussato la porta, talvolta nei momenti più inaspettati, e richiedendo qualche ora di tempo rubato qua e là per sedermi e dare spazio a quel momento di relazione.


Questo libro contiene molta parte di quegli incontri e delle esplorazioni di questi anni.

Parte dagli elementali per muoversi attraverso alcuni dei volti della Dea.

Incontra donne medicina, mitologie (come ad esempio la Vǫluspá), il cammino spirituale, alcune tematiche esoteriche come il tarocco, il tema della morte.

Tutte tematiche a me care e fondamento della ricerca personale che incontra la mia espressione artistica.

Si riposa e rilassa poi su alcune pagine più prettamente fantasy, tra creature immaginarie ibride, liberando la mia parte più giocosa e fanciullesca.


Mi piace pensare che tra te, me e i soggetti ritratti nel libro si instauri un nuovo dialogo.

Un punto di incontro caldo come quel racconto attorno al fuoco di cui abbiamo parlato,

dove potersi guardare negli occhi e nell’anima con apertura di cuore e delicatezza.

Sono qui, sei qui… cosa ti ispira e tu come vedi, come senti, dove si dirige il tuo sguardo?

E se stiamo guardando nella stessa direzione cosa osserva il tuo cuore?

Se interessati all’acquisto, vi prego di contattare Elena Albanese nei social Facebook e instagram

Abbiamo un problema! (Un grosso problema)

Abbiamo un problema! (Un grosso problema)

Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di Abbiamo un problema! (Un grosso problema), una meraviglia che merita di essere letta e apprezzata.
Scritto da Davide Calì e illustrato da Marco Somà , questo albo illustrato è edito da Kite edizioni nel 2022.

Una storia che ha saputo attirare la mia attenzione nell’immediato, a partire dal titolo: Abbiamo un problema (Un grosso problema).

Viene presentato al lettore un enorme oggetto misterioso caduto dal cielo, questo provoca negli abitanti una sensazione di smarrimento e li lascia spiazzati in un primo momento.

L’intero villaggio si adopera per cercare di capire come risolvere quel grande guaio piombato giù dal nulla.

Le soluzioni proposte sono tante: spostarlo, farlo esplodere e tanto altro, ma niente di tutto ciò sembra fattibile, nulla sembra avere successo.

Sono tante le riflessioni che ci presenta questa storia che partono dal saper risolvere i problemi che la vita ci pone davanti all’importanza della condivisione che aiuta a gestire al meglio ogni situazione.

Una storia che ci fa capire come noi adulti ci soffermiamo troppo sulla parola problema, al contrario dei bambini che con la loro semplicità riescono ad avere una visione molto più bella.

Ed è proprio questa la bellezza di Abbiamo un problema! (un grosso problema).

Le meravigliose illustrazioni regalano agli occhi del lettore stupore e ammirazione verso quella che a mio avviso è un’opera d’arte.

Un albo che è stato tradotto in altre lingue e sono convinta avrà sempre più successo per il contenuto prezioso che si nasconde tra le pagine.

Se vuoi leggere la trama clicca qui

Il Guardaroba. l’arte di guardarsi dentro, fuori da ogni schema

Il Guardaroba. l’arte di guardarsi dentro, fuori da ogni schema

Cari viaggiatori,dopo aver letto il titolo vi starete domandando se la mia prossima proposta sarà quella di un viaggio fra abiti da sera, autoreggenti e vecchie canotte di lana del nonno; niente di tutto ciò, Il Guardaroba è un duro viaggio dentro il corpo di una donna.


Un bisturi in mano, affilatissimo e una donna che ha deciso di farsi a pezzi in una cruda e poco asettica analisi delle proprie parti.

Dentro pezzi di carne si nascondo traumi che solo il corpo sa celare.


Nuda, fin dentro le budella.
E ancora Nuda, oltre la visione mercificatrice del corpo femminile.
Nuda da fare ribrezzo, in vetrina come in una macelleria.


Ecco Il Guardaroba che dovete aspettarvi.

Un’autopsia dell’intimo più profondo, delle emozioni più forti, dei dolori più laceranti.


Ogni libro inizia dalla copertina e già qui la Houdart non ci risparmia: in mezzo ad uno sfondo bon-ton troneggia la testa di una signora truccata grossolanamente il cui collo si trasforma nella parte inferiore di un appendiabiti.


Non vi svelo ciò che è appeso, ma già l’idea che al posto del gancio ci sia la testa, suscita in me una serie di pensieri sulla sopportazione di carichi emotivi e psicologici che il corpo di una donna deve affrontare.


Appesi a quella testa/appendiabiti potrebbero esserci delle mammelle con figli aggrappati, camice stropicciate con ferro da stiro annesso, ma anche etichette di conserve fatte in casa e di comportamenti adatti per le serate in società.


La mia testa viaggia lontano dentro questa immagine e mi rendo conto di non aver ancora aperto il libro illustrato.

Non credo ad una vita ultraterrena;
comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio
Woody Allen

Inizia tutto con il compimento dei quarant’anni, come un passaggio rituale la Houdart decide che è giunto il momento di guardarsi veramente dentro per conoscersi meglio.


Partorisce dunque Il Guardaroba per mettere in mostra ciò che ha scoperto nelle sue interiora e nei suoi organi.


Le pagine contengono immagini molto forti, di una bellezza macabra, immagini crude a cui è stata strappata via la maschera del perbenismo .


Gli occhi si aprono forzatamente dentro Il Guardaroba, tra disgusto e morbosa curiosità incontriamo amanti fra i graffi intorno ai capezzoli, cuori strappati ed ingabbiati, bambini mai partoriti in una nera foresta.


Il dolore diventa veste, il trauma un accessorio da indossare.

Difficile da digerire, eppure meraviglioso.


Un libro illustrato che non lascerà indifferente chi ama viaggiare dentro le immagini cogliendo, nelle parole che l’autrice ci suggerisce, solo lo spunto per partire.


Poi c’è solo il viaggio, intimo, dentro ognuna di noi, dentro il proprio vissuto.

Un viaggio che parla della crudeltà a cui troppo spesso viene sottoposto il corpo femminile,e di umiliazioni che si depositano nelle ovaie e fanno crescere embrioni di risentimento.


Il Guardaroba ha aperto una breccia nel mio cuore con un bisturi e mi sono innamorata follemente di Emmanuelle Houdart e delle sue opere.

Per leggere la trama clicca qui

Se sei interessato a libri che parlano di femminile ti suggerisco:

La donna Uccello, albo illustrato in cui si parla di liberazione dalle barriere.

Baci all’inferno, romanzo dai toni molto forti, che tratta dei rapporti madre figli.