Provate a non dormire, tentate di rimanere svegli per non dover affrontare il vostro terrore più tetro. Non sarà una cosa facile e finirete in una voragine di disperazione che scende sempre più giù verso la disperazione e l’estraneità dalla realtà. Prova a non dormire è una delle ultime opere di Manlio Castagna.
Prova a non dormire è speciale.
Tanto per iniziare esce il 31 ottobre 2023 pubblicato dalla Sperling & Kupfer che pubblica anche quel mostro (in senso reverenziale) di Stephen King; già per questi due elementi possiamo supporre che non sarà una lettura per deboli di cuore.
Vi ricordo che il titolo del libro è Prova a non dormire, vi sentite tranquilli ora?
Allora passerei a suggerirvi di osservare la copertina.
Non è uno spoiler dirvi che questo libro ha sfumature di altri generi, ha bene in evidenza il talento del suo autore per la regia cinematografica e la sceneggiatura e non fa nulla per celare l’amore per Il Re.
Ma c’è altro.
Prova a non dormire racconta un Orrore che si può comprendere ma al contempo si rifiuta.
Leggere queste pagine sarà come professava Nietzsche: Se insisti a guardare nell’abisso lui, prima o poi, guarderà in te.
Sarà come guardare il riflesso della propria anima in uno specchio spezzato e disperso sul pavimento.
Avete mai davvero guardato il vostro orrore in faccia?
Se lo fuggite, se lo negate vi distruggerà.
Baladine Bustamante, la protagonista di Prova a non dormire, conduce un podcast che si intitola De profundis.
De profùndis clamàvi ad te, Dòmine; Dòmine, exàudi vocem meam. Fiant àures tuae intendèntes in vocem deprecatiònis meae.
Nel suo programma Baladine parla di storie spaventose, di storie oscure.
Più sono tetre e più lei si lancia nelle profondità di un pozzo che non ha fondo.
Ogni storia, anche se Baladine non è pronta ad accettarlo, è un frammento di vetro che le trafigge la pelle e ogni taglio è un pezzo di anima che lei dona all’oblio.
È così facile abbandonarsi alla profondità del nulla, del lago nero che promette senza garanzie di donarti la pace.
In realtà la pace non esiste, non nell’oscurità, non nel fango in cui si è immersa Baladine.
Vi è mai capitato di sentir parlare di Vulcri? Un paese con un solo accesso e in cui sembra essere scoppiato una malattia che fa cadere le persone addormentate.
Conoscete il popolo etrusco? Affascinante civiltà che molto ha donato al mondo e di cui conosciamo molto meno di quello che si pensa di conoscere e quello che sappiamo deriva in gran parte dalle loro città dei morti.
Avete mai sentito parlare della sindrome di Cotard? Chi ne è affetto crede di essere morto.
Sapete cosa vuol dire perdersi e nel trovarsi finire per disperdersi e non poter più uscire dal bosco?
La storia di Vulcri affascina Baladine e la porta in questa cittadina a fare domande a cittadini reticenti.
È affascinata da questa storia perché molti dei suoi elementi toccano tasti del suo passato e tutto sembra una coincidenza, ogni pezzo che sembra parlare di lei la attira sempre di più nel voler conoscere cosa si cela dietro questo velo di omertà che anima la popolazione.
L’atmosfera del complotto la calvanizza, perché il fidanzato di suo fratello ha lasciato quello strano messaggio in segreteria?
Provate a non dormire, a disperdervi nell’orrore delle vostre peggiori paure e raccontatemi di Vulcri.
Volete conoscere la trama di Prova a non dormire? Cliccate sulla parola LINK
Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di Blackwater: La piena, la saga edita da Neri Pozza che sta incantando i lettori.
Normalmente non leggo questo genere di libri ma, non so spiegarvi il motivo, questa volta c’era qualcosa che mi spingeva a iniziarne la lettura.
Così dopo aver recuperato tutta la serie, pubblicata dalla casa editrice a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro, ho preso in mano il primo volume.
Lo ammetto Blackwater: La piena mi ha lasciata senza parole.
Protagonisti indimenticabili che trascinano il lettore dentro la storia all’istante e da quel momento è impossibile smettere di leggere.
Un libro tira l’altro e per fortuna sono stati pubblicati tutti.
La storia si apre con Oscar Caskey e Bray il suo domestico che stanno perlustrando la città di Perdido dopo l’alluvione che ha colpito facendo esondare il fiume.
Trovano Elinor all’Osceola Hotel. Aspettava lì tutta tranquilla come se nulla fosse accaduto, per niente scomposta. E qui iniziano le prime domande.
Da dove è arrivata? Chi è?
Perché non è scappata come tutti?
Come è scampata alla furia dell’acqua? Come è potuta sopravvivere senza acqua e cibo?
Dietro Elinor si nasconde parecchio mistero.
Decidono dunque di portarla dal resto degli abitanti di Perdido, rifugio improvvisato che ha permesso loro di salvarsi.
E qui incontriamo un’altra protagonista: Mary-Love!
E a lei Elinor non piace. Lo farà capire in ogni modo. Dovrà fare i conti però con il fatto che Elinor riuscirà a incantare suo figlio Oscar e questo la disturberà parecchio.
Devo dire che la calma di Elinor mi ha destabilizzata lo ammetto, io non sarei riuscita a mantenere il controllo.
Una storia che scorre rapidamente e appassiona a tal punto da rendere impossibile abbandonare anche solo per un attimo la lettura.
Queste due donne sapranno come intrattenervi statene certi!
Elinor è una donna molto particolare, saprei come altro definirla e Mary-Love non è da meno.
Se scegliete di iniziare la lettura di questo primo volume tenetevi pronti a concludere tutta la saga.
Io vi ho avvisati.
Un romanzo carico di mistero e inquietante al punto giusto, che si lascia leggere con facilità, con un linguaggio in grado di far rivivere le atmosfere di questo racconto.
Non vi resta altro da fare che mettervi comodi perché sono certa ne vedremo delle belle nei prossimi volumi.
Questo è solo l’inizio.
Se vuoi leggere la trama di Blackwater: La Piena clicca qui.
Oscar sapeva che Mary-Love ed Elinor erano in grado di manipolarlo. Ottenevano sempre ciò che volevano. A dire il vero si sarebbe potuto dire la stessa cosa di tutte le donne censite a Perdido, Alabama. Certo, nessun uomo avrebbe mai ammesso di essere manovrato dalla madre, dalla sorella, dalla moglie, dalla cuoca o dalla prima femmina che lo accostasse per la strada: la maggior parte di loro, in realtà, non ne era nemmeno consapevole. Oscar invece lo sapeva bene. Ma per quanto conscio della propria inferiorità, della sua reale mancanza di potere, era incapace di liberarsi dalle catene che lo imprigionavano.
Questo 2023 inizia con un’antologia: Willie lo strambo e altre storie della collana Macabre edita da Sperling & Kupfer.
Vi piacciono i racconti?
A me molto ma non sempre amo le antologie nel loro insieme.
Ogni anno aspetto le mie due preferite di cui vi parlerò a breve (piccolo spoiler? Andate a dare un’occhiata al sito dell’associazione RilL) e se ho fortuna, come in questo caso, me ne capitano tra le mani un altro paio di eloquente magnificenza.
Perché mi piacciono le antologie come Willie lo strambo?
È presto detto: mi permettono di scoprire scrittori che non avevo ancora avuto il piacere di leggere e di innamorarmi di autori che conosco in altri generi letterari ma di cui non avevo avuto modo di apprezzare i lati nascosti.
Questa antologia ospita penne che conoscete tutti bene, solo che non sapete ancora di cosa sono capaci quando assecondano il loro lato “oscuro”.
A legare i racconti di Willie lo strambo è l’Inquietudine e ad aiutarla c’è anche la Paura.
Non quella paura che vi fa temere le ombre nelle cantine e nemmeno quella che vi ammantata di terrore quando i personaggi iniziano a morire in situazioni che sono il cliché della letteratura horror.
La paura e l’inquietudine di cui vi parlo sono quelle viscerali, quelle inspiegabile, quelle che vivono nelle pieghe della vita di tutti i giorni e a cui non sapete dare un nome.
I movimenti al margine del campo visivo, i dèjà vu, l’irrazionalità dell’inspiegabile, la banalità di una frase lasciata cadere in una conversazione e nel comportamento non comune di un parente…
Esatto, vi immagino mentre leggete e so che sapete di cosa sto parlando: piccoli e semplici episodi che sono in grado di innescare la follia.
Io ho paura dei tombini, dei palloncini rossi.
Posso dare la colpa è di uno dei signori qui presenti. Anche se forse lui ha solo scatenato qualcosa che mi viene dal profondo.
Probabilmente mi serve un bravo psichiatra ma non è questo il punto.
Guarda caso l’autore di cui vi parlo ha vergato il racconto che guida e dona il titolo all’antologia.
Non ha bisogno di presentazioni ed è il maestro di questo genere di storie.
Ovviamente parlo di Stephen King.
Il signor King dorme bene? Me lo chiedo da anni. Sicuramente meglio di me che leggo avidamente i suoi scritti e poi ho il terrore della vecchietta che casualmente ha un Impermeabile giallo appeso fuori.
Sono le cose banali a diventare il Male.
Ma dopo Willie lo strambo?
Miei lettori, lettrici e tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi, ho scoperto che io sospettavo della vecchietta della porta accanto ma non avevo affatto intuito che l’altro vicino di casa (anche se non in maniera letterale), che conoscevo come saggista, ha una vena nera che gli scorre nella penna.
Eraldo Baldini, per una ravennate, è una sorta di istituzione e ora so che anche lui vede le case abbandonate nella stessa maniera in cui le guardo io.
Il viaggio di un ispettore in una vallata può diventare l’insopprimibile pensiero fisso in un intero arco vitale e al contempo dare una prospettiva nuova anche alla selva dantesca, ci avevate mai pensato?
Ai confini del reale di solito troviamo le storie di Dylan Dog e anche la penna di Paola Barbato…ma se la sua penna vi raccontasse di un personaggio innocuo e quasi invisibile nella nostra vita frenetica?
Sapete, quel genere di persona che non sarebbe un pericolo nemmeno per una mosca. Esatto, proprio quello che stamattina ha raccolto i fazzoletti o le chiavi che vi erano caduti e ve le ha restituite augurandovi buona giornata.
Chi è? Ve lo siete chiesto?
Delle volte non c’è bisogno di trovarsi in un vicolo oscuro per carpire una dissonanza nella pace.
“Mio fratello” parla di amore ed è il racconto di Antonella Lattanzi. La famiglia non è una scelta e può capitare che con un fratello si senta un’affinità elettiva che travalica qualsiasi senso logico.
Lo sapete che qualcosa non va, conoscete la profondità di quell’abisso di desolazione che è un po’ anche vostro ma…come in uno specchio, se voi non avete il coraggio di saltare nel buco, il vostro riflesso invece ce l’ha ed è capace di tutto vestendo solo un sorriso e l’abisso.
È difficile parlarvi di Willie lo strambo e altre storie!
Tutti i racconti mi hanno distrutto l’anima perché sono l’alter ego del mio sentire e non so se esserne spaventata.
Chi non conosce Loredana Lipperini deve porre rimedio. Ho avuto un’illuminazione sulla via di Damasco quando mi è saltato tra le mani il primo libro suo che io abbia mai letto e poi ho deciso che dovevo convertire tutti alla sua scrittura.
Loredana Lipperini è tante cose ma soprattutto vive d’immenso e il suo racconto buca le certezze che ognuno ha della vita.
A me capita, non sempre ma succede, di non avere la cognizione esatta di cosa mi stia spaventando in una sequela di coincidenze al limite della candid camera. Capirlo a volte può essere la vostra salvezza e credetemi, piuttosto che trovarmi al posto di questa protagonista preferisco di gran lunga i fantasmi di Scrooge.
Seguono un racconto di Marco Peano che vi farà rivalutare il disagio verso gli allarmi che suonano per i motivi più disparati. Potrebbe capitare che uno di questi sia il proverbiale gommone mandato per salvarvi.
Sapete quale penna è davvero stata una rivelazione per me in questa antologia?
Sì, lo so. Tutti conoscete il suo talento e la apprezzate per i suoi libri che narrano di donne forti come le montagne, io avevo bisogno di una spinta in più.
E la scossa di cui avevo bisogno si intitola “Scura come la notte“.
Vari temi sono stati affrontati in queste pagine: la discriminazione razziale, la violenza di genere in un culture diverse dalla nostra, la voglia di essere più che un numero nel conteggio umano e a condire tutto questo c’è l’ignoto, la scienza e l’universo oscuro e meraviglioso.
Dovete proprio leggerlo.
Se non volete ascoltare me, ascoltate Galileo. Lui lo sapeva prima di tutti noi.
Aspettavo da tanto un libro che avesse, tra le sue pagine, alcuni spunti letterari a cui io sono legata e, inaspettatamente è giunto a me nel periodo in cui le porte tra i vivi e i morti sono spalancate e tutto diventa possibile. Tutti abbiamo sentito parlare della possibilità di vivere più vite e che ogni battito di farfalla può scatenare un uragano. Manlio Castagna nel suo La reincarnazione delle sorelle Klun ha scatenato un tornado.
Edito per Oscar Vault nel 2022, La reincarnazione delle sorelle Klun è arrivato a stravolgere, colpire, straziare e abbattere ogni certezza che si forma nell’affrontarne la lettura.
Questa non è una storia per ragazzi.
God, save us everyone Will we burn inside the fires of a thousand suns? (Lp. Cat. 14 ATS)
Gorizia e Fiorenza sono due sorelle che, negli anni ’50, sono bambine felici. Certo, Gorizia possiede un carattere granitico con qualcosa nello sguardo che la fa sembrare distante ma presente allo stesso tempo. Sono bambine uniche ma uguali alle altre.
I Klun sono una famiglia come tante. Fino al giorno in cui, un’auto non le investe.
God, save us everyone Will we burn inside the fires of a thousand suns? For the sins of our hand (Lp. Cat. 14 ATS)
L’auto innesca una sequenza di eventi che era in moto ancora prima dell’inizio dei tempi. Nulla avrebbe proibito al destino di compiersi…
Forse… se…
No, non c’era nulla che potesse fermare quell’antico disegno.
God, save us everyone Will we burn inside the fires of a thousand suns? For the sins of our hand The sins of our tongue (Lp. Cat. 14 ATS)
Rina, ai giorni d’oggi, è una donna bellissima. Talmente bella che raramente si è posta il problema di essere anche altro nella vita. Ha sposato due uomini che non le hanno mai dato le risposte che lei carcava. Fino a che non è arrivato Attila.
Questo uomo la pervade, la guida e lei ne è profondamente rapita. Non riesce a fare a meno di ascoltare le sue parole, di seguire i suoi gesti. Rina non osserva e non ascolta ma vede e sente.
God, save us everyone Will we burn inside the fires of a thousand suns? For the sins of our hand The sins of our tongue The sins of our fathers (Lp. Cat. 14 ATS)
Augusto Klun e la moglie Dora si perdono, travolti dalla morte delle loro due figlie e non vorrebbero altro che tutto questo non fosse mai accaduto a loro.
Lo sapete, quando si vuole qualcosa con tutto l’animo, qualcuno è sempre in ascolto.
Quello che dovreste ricordare è bisogna stare sempre molto attenti a ciò che si chiede.
Dora rimane in cinta di nuovo. La sorpresa che il destino le riserva è che si tratta di due gemelle: Gloria e Felicita.
Da subito qualcosa non quadra. Le bambine conoscono cose che non sarebbe loro possibile conoscere. Hanno talenti troppo precoci per due bambine così piccole.
Gloria soprattutto.
Lei è antica, altera, dominante.
I loro genitori sono atterriti dalle due bambine.
Gorizia e Fiorenza sono di nuovo con i loro genitori.
God, save us everyone Will we burn inside the fires of a thousand suns? For the sins of our hand The sins of our tongue The sins of our fathers The sins of our young (Lp. Cat. 14 ATS)
Anche Rina desidera cose di cui non conosce la portata. Gli uomini che popolano la sua vita non la capiscono. Per lei ormai sono sconosciuti, Rina conosce la Luce. La Luce è Attila. Tutti gli altri sono il buio.
Deve liberarsi di tutto. Dei mariti, dei suoi figli.
Rina vuole solo essere la sposa di Attila. Il suo messia, il suo reverendo, la sua luce.
Le morti dei due uomini di Rina sono vicine, naturali. Troppo vicine, troppo naturali.
Le morti di coloro che ostacolano il cammino di Rina diventano estremamente vicine, sospettosamente naturali e l’ispettore Verne lo sa ma non riesce a cogliere come questo avvenga.
Verne ha le capacità ma non la tempestività e non può fermare i piani del destino.
Tutto questo è solo una Ouverture.
Le gemelle Klun sono l’epicentro di una storia che era già antica prima ancora di essere narrata.
‘Cause I’m only a crack in this castle of glass Hardly anything there for you to see (Lp. CoG. 06 LT)
Come si può spezzare un ciclo infinito? Qualcosa che è iniziato ancora prima del suo primo giorno di vita? Qualcuno guarda, non visto.
Alcune volte un ciclo che si ripete sviluppa al suo interno un meccanismo di difesa e quello che potrebbe sembrare un “difetto di fabbricazione” è la chiave che metterà fine a tutto per l’ultima volta.
Non è un libro facile. La Reincarnazione delle sorelle Klun è un libro che non si stringe in un genere.
Manlio castagna ha imbastito una storia che è un susseguirsi di foto, di specchi, di luci e di ombre. Un vangelo apocrifo che non è ancora stato scritto e che non può essere altro che la rivelazione dell’inciampo del male di fronte alla luce.
La luce non è sempre visibile agli occhi. A volte, si agita non vista nei meandri dell’ombra più cupa.
Nota: Lp. Cat. 14 ATS (Linkin Park, The Catalyst, 14 traccia di A Thousand Suns); Lp. CoG. 06 LT ( Linkin Park, Castle of glass, 06 traccia di Livin Things)
volete conoscere la trama de La reincarnazione delle sorelle Klun? Schiacciate la parola LINK
Sprofondali nella polvere tutti insieme e rinchiudi i loro volti nel buio
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