Leo cosa succede? è la storia di un leoncino che si sveglia triste, sente che qualcosa non va, i suoi amici cercano di coinvolgerlo in varie attività pur di farlo tornare a sorridere.
Provano e riprovano in tanti modi, ma il viso di Leo è sempre triste.
Lina la scimmietta però è convinta di avere la soluzione, abbraccia il leoncino che finalmente ritrova il sorriso.
Questo di cui vi parlo oggi è un albo illustrato in grado di mostrare anche ai lettori più piccoli il valore di un abbraccio, l’importanza di un gesto spontaneo che arriva dritto al cuore e degli sforzi che fanno gli amici quando qualcuno del loro gruppo no è felice.
Giada, due anni, ha apprezzato moltissimo le illustrazioni molto colorate e vivaci, che rappresentano lo scenario della giungla a cui le è molto legata.
IL racconto è composto da piccole e semplici frasi, spesso ripetitive poiché Leo risponde spesso “no grazie” stimolando Giada a replicare la frase del leoncino. Durante la lettura di questo albo mi sono trovata a condividere con mia figlia le emozioni attraverso il viso del protagonista e dei suoi amici. Mi sono divertita molto a vedere la mia bambina cercare di imitare le espressioni di Leo man mano che incontrava i vari animaletti.
Un libro imbevuto di colore e tenerezza che pervade sia i genitori che i bambini.
Un libro da leggere e osservare insieme per tornare ad apprezzare il valore dei piccoli gesti che spesso sono in grado di far tornare il sorriso.
Dopo la lettura Giada ha compreso anche quanto un abbraccio possa essere curativo, infatti immaginava con i suoi giochi degli scenari simili e se in famiglia capitava qualcosa che ci rattristava, lei era subito pronta a guarirci con un abbraccio.
Le immagini sono ricche di particolari e molto vivaci, rispecchiano la semplicità delle parole, gli amici che si avvicinano a Leo sono sempre sorridenti e pronti a proporre attività e giochi per divertirlo, ma a Leo mancava proprio l’affetto di un abbraccio che sa scaldare anche i cuori riportando la felicità nel viso del leoncino e spazzando via il malumore.
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C’era una volta in un reame molto lontano nel tempo una fiaba. La fiaba diventò un eco nel tempo e quest’ultimo la trasformò in una danza. Ovviamente sto parlando di Schiaccianoci e il Re dei Topi.
Scritta da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann nel 1816 è diventata una delle fiabe natalizie più amate di tutti i tempi, per tacere delle numerose opere che sono state ispirate dalle pagine di questo autore eclettico e dai mille interessi.
Chi è Hoffmann, l’autore della celeberrima fiaba Schiaccianoci e il Re dei topi?
Se dovessi descrivervi l’autore con una sola parola fallirei nella missione e non è cosa che io possa risolvere con una sciabola argentata.
Figlio di una famiglia dedita alla religione e alla politica è lui stesso avvocato, non solo non si limita alla professione legale ma si dedica a tutto quello che è arte.
Durante i suoi studi, in una scuola luterana, inizia lo studio della musica e affronta gli studi classici. La sua non è una famiglia convenzionale: quando i suoi genitori di separano, viene affidato alla famiglia di sua madre e di conseguenza a suo zio che avrà cura della sua istruzione.
Hoffmann è scrittore, compositore, pittore e altre centinaia di cose ma da chi avrà preso il suo talento?
Nel 2023 comincia ad essere un po’ sciocco pensare che qualcuno diventi famoso solo perché deve aver “barato” con una genetica fortunata. Quello che, però, posso dirvi è che suo padre si dilettava di musica ed era compositore quando la sua opera di pastore nella chiesa luterana e il lavoro di avvocato a Königsberg gli lasciavano del tempo libero.
La passione, quella sì, deve avergliela trasmessa suo padre ma il talento… quello è qualcosa che non puoi rubare a nessuno.
Mi sembra che nel 2023 sia ancora indiscusso il successo delle sue opere, ho ragione?
Conoscete tutti la trama di Schiaccianoci?
La famiglia Stahlbaum, composta da: padre ufficiale medico, madre e i due figli Fritz e Marie si appresta a passare il Natale in famiglia.
È usanza che i bambini vengano tenuti lontano dal salone della casa per tutta la giornata della vigilia per poter permettere ai loro genitori di imbastire il tavolo dei regali e gioire dell’autentica meraviglia sul viso dei loro figli.
Complice in questi regali, dal sapore fiabesco e meravigliosi, è il padrino dei bambini Drosselmeier.
Funzionario dell’Alta Corte di Giustizia (davvero mi domando da chi l’autore abbia preso spunto…) Drosselmeier è orologiaio e un personaggio pieno di misteri.
Tra i numerosi regali ricevuti dai bambini ci sono un plotone di Ussari, che dovete tenere a mente, e uno Schiaccianoci dall’aspetto umano, in uniforme, che svolge il suo ovvio compito di aprire le noci con la sola forza della sua mascella.
A dispetto della bellezza di tutti i regali che Marie riceve, la ragazzina si innamora di questo soldato apri noci. Presa da una bramosia che solo i bambini di qualche epoca fa potrebbero comprendere, Marie difende Schiaccianoci da chiunque e lo annovera nel salotto delle sue bambole più preziose.
Quello che Marie non sa è che sta compiendo l’atto più rivoluzionario dell’umanità.
Qual è il significato de Lo schiaccianoci?
Marie scopre presto che esiste un mondo oltre a quello che conosce e che anche lì esiste un personaggio che è disposto a tutto per la vendetta.
Non ho intenzione di dirvi tutto io, dovete leggere il libro se non lo avete ancora fatto.
Sono certa però che chi ha dei bambini ha visto Barbie e lo Schiaccianoci di Owen Hurley; gli amanti del teatro hanno assistito al celeberrimo balletto “Lo schiaccianoci” di Čajkovskij; mentre l’ultimo adattamento (2018) è Lo schiaccianoci e i quattro regni con la regia di Lasse Hallström e Joe Johnston.
Vi ricordo che questa fiaba inspirò anche Andersen e ora vi svelerò quale fu l’atto rivoluzionario compiuto da Marie.
Schiaccianoci non era certo il regalo più bello che si potesse ricevere ma qualcosa nei suoi occhi destò l’amore in Marie.
Non era certo, per tutti gli altri e una certa principessa, il caso di amare una creatura brutta e soprattutto chi mai vorrebbe rinunciare ai propri tesori per un giocattolo di questa risma?
Oltre ogni pregiudizio, oltre ogni raccomandazione, Marie sceglie di amare senza farsi condizionare da nessuna regola.
Ho usato la parola amore che è un preludio al lieto finale della storia ma non è solo di quello che si parla. Lo schiaccianoci parla di lealtà, di tenacia e amicizia.
Come vi ho già detto questa è una storia di tanto tempo fa ma ogni anno torna sotto le feste natalizie a deliziarci con il suo mondo incantato.
Il 2022 ci ha donato una delle edizioni più belle che io abbia mai visto. Con la traduzione di Alessandra Valtieri, Iacopo bruno ha illustrato un gioiello di inestimabile bellezza che è stato pubblicato per Rizzoli.
Iacopo Bruno è illustratore di enorme fama, infatti come non ricordare le illustrazioni di Canto di Natale e di Pinocchio sempre per Rizzoli.
Ma soffermiamoci su Schiaccianoci.
Io nutro sempre una reverenziale ammirazione nei confronti di chi sa come dare volto alle storie e anche un po’ di invidia, io non so nemmeno come si tiene una matita, figuriamoci mettere al mondo un’opera d’arte.
La sensibilità con cui I. Bruno illustra questo mondo è… strabiliante. Le bambole di Drosselmeier, presenti nei orologi e nei carillon, prendono vita in queste pagine e il padrino dalla marsina gialla sa bene che se gli ingranaggi non permettono ai teatranti di muoversi in libertà o a comando dei bambini, la fantasia e il cuore possono fare quello che vogliono se lo desiderano.
Le illustrazioni di questa edizione sono personaggi di zucchero, bambole che richiamano infanzie passate e speranze future per tutti quelli che si attarderanno tra queste immortali pagine.
Ho trovato un neo nella edizione de lo Schiaccianoci e il Re dei Topi di Rizzoli?
Ad un mese appena dalla sua pubblicazione, il libro è sparito dalle librerie e con sparito non intendo solo terminato.
Ordinarlo in un negozio è stato impossibile, ho dovuto ricorrere alle maniere forti e finalmente godere di questa edizione.
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