Non siamo noi a scegliere il viaggio più importante, quello della vita; spesso determinati fattori ne condizionano irrimediabilmente gli eventi, lasciando solchi indelebili e troppo difficili da scavalcare, a noi non resta che fare Del nostro meglio.
Una narrazione che trascina senza mezzi termini dentro il mondo di Claudia e non c’è modo di sfuggire agli appiccicosi tentacoli della sua vita.
Si può essere figli di un piano prestabilito e non del desiderio amare, di un’ossessione delirante che antepone ogni sentimento ad un bisogno unico e costante.
Più che di passionali notti d’amore, Claudia è figlia di una partita a Risiko, di una pianificazione perfettamente calcolata, pur di imbrigliare l’uomo che le sta pian piano sottraendo la vita.
Una famiglia benestante, lezioni di violino, rigore e severità da parte di mamma, amore e carezze da parte di papà, quando era presente.
La mamma sempre impeccabile e truccata fin dal mattino, arrabbiata col mondo, arrabbiata con Claudia che con la sua nascita non ha risolto il suo problema.
Eppure Claudia non sa che il trucco della mamma é perfetto perché ogni mattina deve nascondere i lividi delle percosse, delle mani che le stringono il collo fino a toglierle il fiato.
Claudia bambina si nasconde dentro la sua bolla, fatta di Peter Pan che la porta lontano, la rassicura sussurrandole che il papà le vuole bene, che i tonfi sordi che si sentono nella camera accanto non sono niente che le interessa.
Poi la bolla scoppia, le perle di mamma si spargono nel pavimento, l’odore di alcool è insopportabile e papà muore.
Claudia da quel giorno si chiama Colpa.
Da allora non ho voluto altro che qualcuno che mi chiamasse mamma
solo per estrarre dalle macerie quella parola e darle una bella lucidata,
per sentirmela attribuire, visto che io non sapevo più pronunciarla.
Il cuore della bambina non ha più posto per altro dolore e si nasconde dietro corazze di sballo e tatuaggi, di smalto nero ed eccessi, alla ricerca di nuove emozioni, alla ricerca di se stessa, alla ricerca di un sogno che la tenga lontana da tutta la merda che si sente attaccata addosso.
Del nostro meglio è un romanzo dal grande impatto emotivo, mentre lo leggevo il mio subconscio continuava ad offrirmi vie di fuga consigliandomi di leggere romanzi fantasy, perché spesso il dolore era troppo forte da sopportare.
Non ci sono né vincitori né vinti in Del nostro meglio, ci sono persone lacerate dal dolore, dipendenti e deviate mentalmente che finiscono con l’essere carnefici più o meno consapevoli.
Claudia e Caterina, figlia e madre, vittima e carnefice, ma non solo, c’è molto di più.
C’è chi sceglie la vita, nonostante questa le abbia riservato solo grandi sofferenze e c’è chi sceglie la morte, trasformandosi in un’enorme bolla di dolore e risentimento.
No,
l’amore deve avere ossa dure per la cattiva sorte,
perché nella buona sono bravi tutti.
Una partita molto dolorosa che pagina dopo pagina mi ha fatto sprofondare e riflettere sulle dinamiche morbose di una famiglia.
Ci sono poi dei personaggi di cui mi sono innamorata perdutamente, come la zia Dora e i suoi folli completi!
Del nostro meglio è candidato al Premio Strega, leggi qui le motivazioni.
leggi qui la trama
Anche questa ennesima ferita,
esposta ai raggi del tempo,
finì per asciugarsi
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