Tra luci e ombre si dipana un nuovo mistero per Carrisi: La casa delle Luci.
Viaggiatori siete pronti per il terzo misterioso viaggio all’interno delle case, accompagnati da Pietro Gerber?
Per il viaggiatore smarrito che è capitato qui senza conoscere i precedenti libri di Carrisi, mi sembra doverosa una premessa.
Nella casa delle voci conosciamo Pietro Gerber, psicologo specializzato in ipnosi per bambini, un personaggio caleidoscopico ed estremamente problematico che si evolverà insieme ai tre libri.
A differenza degli altri romanzi di Carrisi (ad esempio Io sono l’abisso) , più orientati verso la risoluzione di casi di crimini che coinvolgono serial killer, La casa delle voci e in generale tutta la trilogia, è ad alto contenuto psicologico.
Nel primo libro Gerber si trova a dover ipnotizzare Hanna che, nonostante sia un adulta, il trauma dentro il quale scavare è avvenuto quando era bambina.
Carrisi ci ha sempre abituato a storie avvincenti e ritmi molto serrati, ma nonostante qualche pregio, come la narrazione scorrevole, le trame avvincenti ed i personaggi ben caratterizzati, devo ammettere che il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca, lasciandomi con più domande che risposte.
Ho faticato ad ingoiare questo rospo, sono sincera.
Nella casa senza ricordi, il secondo volume, ho preso consapevolezza di quanto a Carrisi piaccia disorientare i lettori e farli “arrabbiare” con un finale estremamente aperto e che ci lascia con mille dubbi.
Il paziente di Gerber, in questo caso si chiama Nico, un bambino che non parla e non ricorda nulla, soprattutto dove sia la sua mamma.
È proprio su questa amnesia che Gerber dovrà lavorare.
Eccoci giunti finalmente all’ultimo libro, vero protagonista di questa recensione.
La casa delle luci è il tredicesimo romanzo di Carrisi.
Pietro Gerber è ormai conosciuto come l’addormentatore dei bambini, un soprannome macabro, ma estremamente adatto, poiché induce i bambini ad uno stato di trance profondo per poter fare emergere i loro traumi sepolti ed aiutarli a trovare una soluzione.
Firenze, Gerber si trova ad attraversare un momento particolarmente difficile, tanto che inizia a mettere in dubbio le sue capacità lavorative.
Dopo il caso dell’Affabulatore, Gerber non era più stato più lo stesso. E tutti se n’ erano accorti.
Fino all’arrivo di Eva che ha estremamente bisogno del suo aiuto.
Pietro nutre diversi dubbi riguardo questo caso che reputa inadatto alle sue competenze.
L’addormentatore di bambini è sfinito e crede poco nelle sue capacità, vorrebbe rinunciare, ma la descrizione del un macabro amico immaginario di Eva stuzzica i suoi sensi.
Ciò che non si aspetta sono i risvolti che prendono le sedute di ipnosi, facendo emergere una personalità a lui conosciuta.
Da questo momento in poi non riuscirete più a staccarvi dalle pagine.
Il racconto si fa estremamente coinvolgente e saremo spronati a scoprire quale legame si cela fra Gerber e l’amico immaginario di Eva.
Fra i tre romanzi della trilogia ho trovato questo più nelle mie corde, il racconto è molto incalzante e si susseguono scene forti ed inquietanti.
Ovviamente non mi spingerò oltre, perché voglio che anche voi proviate lo stesso senso di profonda angoscia, come è capitato a me.
Finalmente un finale che lascia poco in sospeso, se non alcuni particolari che riguardano i due libri precedenti.
I tre libri possono essere letti in ordine cronologico, ma volendo anche singolarmente, io comunque lo sconsiglio.
Pur essendo un libro che ho letto con grande trasporto, continuo a preferire la serie de “Il suggeritore”.
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Lo psicologo sapeva che il peggio doveva ancora arrivare. La ragazza sembrava davvero spaventata. “A volte, accadeva anche nel cuore della notte: Eva si svegliava per giocare con lui.”
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