Ci sono storie, nel mito, che non smettono mai di affascinare il mondo. Incapaci di rimanere nel loro angolo riempiendo le menti e catturando l’attenzione di chiunque si volti e li ammiri, sbalordiscono e assumono significati diversi a seconda dello specchio che si sceglie di usare. Così è per la storia di Medusa, la gorgone dallo sguardo che pietrificava tutti quelli che osavano guardarla. Ma da dove è iniziata? Natalie Haynes lo racconta ne Lo sguardo di Medusa edito Sonzogno nel 2022.
Il Gorgoneion, il capo reciso di Medusa, campeggia nello stemma di Versace e anche in quello della Medusa Film ma ad indossarlo per prima fu la dea Athena che lo fece incastonare nella sua egida per terrorizzare i suoi nemici, talvolta campeggiava anche sullo scudo che la dea prendeva in prestito da suo padre.
Se la storia di questa gorgone non fosse così triste si potrebbe raccontare che fu una dea ad iniziare un brand di marketing che ha successo, nei media e non, da molto prima che la città di Priamo venisse distrutta.
Ma torniamo a noi.
Lo sguardo di Medusa di Natalie Haynes aggiunge qualcosa di nuovo al mito?
Questa autrice ci aveva deliziati con Il canto di Calliope, un romanzo corale in cui aveva messo in luce ben più di qualche ombra durante le dinamiche della guerra di Troia.
Aveva aggiunto della modernità allo sguardo sull’accampamento acheo subito dopo la conquista della città e, rispolverando Euripide e Seneca, aveva donato alle donne del respiro che nelle tragedie post Iliade non avevano ancora avuto.
Perché non ritentare l’impresa narrando un mito che ne ha intrecciati altri sul suo cammino?
Di nuovo un romanzo a più voci.
Di nuovo con attenzione alle donne e alle tematiche della diseguaglianza tra sessi aggiungendo la lotta contro i cliché tra la bellezza e la mostruosità.
Chi siamo noi, umani, per decidere cosa è bello e cosa no? Chi merita di morire e chi merita di vivere?
Per rispondere alla mia domanda di prima: Lo sguardo di Medusa aggiunge voci ad una storia che inizia ad essere abusata più che rinarrata.
Questo vuol dire che Lo sguardo di Medusa è un fallimento?
No, assolutamente. Ma tutt’ora, ormai giunta alla parola fine, non sono in grado di dire se mi è davvero piaciuto oppure mi lascia perplessa.
Come vi avevo già accennato, Medusa incontra altri miti lungo il suo cammino.
Non ci sarebbe nessun Gorgoneion se Zeus non avesse generato Perseo e nessuno avrebbe mai liberato Andromeda dagli scogli che la offrivano al mostro inviato da Poseidone.
Il mito di Perseo è la favola di un Eroe che sopportando le avversità del distino, per salvare sua madre Danae da un matrimonio forzato, compie mirabolanti imprese (con l’aiuto di Zeus, Ermes e Atena) per recuperare la testa di una delle tre gorgoni.
Perseo è un uomo, quindi sapete già che la sua storia narra del suo eroismo e mai del resto ma con un po’ di attenzione ai dettagli non è difficile capire che lui, come gli altri semidei, ha compiuto quasi un’ecatombe per essere degno dell’attenzione degli dèi.
Un merito bisogna riconoscerglielo: ha salvato Andromeda, anche se poi l’ha rinchiusa in una gabbia dorata e mi domando se lei si sia mai resa conto di cosa il “potere” avesse fatto a quel sedicente figlio amorevole.
Se dobbiamo credere che la personalità di uomo si evince dal trattamento che riserva a sua madre, a ben vedere c’era poco di che star tranquilli.
A narrare la storia di questo mito, almeno in parte, è il Gorgoneion che, una volta reciso, perde la personalità della sua portatrice e si trasforma in strumento di morte ma…
Anche se Perseo è il vero sterminatore in questa storia, la testa recisa di Medusa si rende conto del disastro che incombe e della noncuranza con cui il suo potere viene utilizzato: lei stessa ne trae un qualche piacere, ma non può farci nulla se non raccontarci quello che accade.
Mi domando se Lady Mary Crowley di Downton Abbey mentre paragonava se stessa ad Andromeda salvata da Perseo, nella prima serie del period drama, si sia accorta del paradosso insito nel fatto di essere salvata e poi sposata da un uomo che in realtà non si conosce affatto e potrebbe rivelarsi essere chiunque: anche un assassino che gode nell’uccidere.
Potrei raccontarvi la storia dell’infelice Gorgone ma la conoscete: stuprata da Poseidone e punita da Atena. A voi scegliere i motivi della punizione, c’è chi dice che sia dovuta alla sua vanità ma non è fondamentale ai fini di questa storia.
Quello che le è accaduto vi sembra proporzionale al reato? A voi il giudizio.
Avete anche la conoscenza di cosa abbia scatenato tutto questo: se gli dèi non si fossero messi a farsi i dispetti probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto e che, soprattutto nel caso dei loro fenomenali poteri cosmici, quando tentano di mettere a posto tutto combinano disastri molto più grandi e li ammantano di eroismo.
Sensi di colpa? No, nessuno.
Quindi Lo sguardo di Medusa merita di essere letto?
Il libro è piacevole anche se a tratti può risultare lento e leggermente forzato in alcuni punti.
La voce narrante si ripete spesso: accusando Perseo di essere petulante e meschino rischia più volte di commettere la stessa colpa.
Nonostante sia più che ovvio che la storia di Medusa debba essere connessa a quella di Andromeda e che ciò che le connette sia lo sguardo del Gorgoneion, ho avuto (in più di occasione) la sensazione che alcune parti di questa storia siano di troppo e tolgano ritmo alla narrazione e al suo soggetto.
Il risultato è strano e dissonante: più che la sensazione di aver ascoltato un coro di una tragedia sembra di aver assistito ad una cacofonia di capricci e che a farne le spese siano le due donne che si volevano valorizzare.
Perseo sarà anche stato quello da biasimare, e con lui tutta la parentela divina, ma c’era la necessità di dargli tutto quello spazio?
È un dubbio che mi è venuto.
Ripeto: Lo sguardo di Medusa mi è piaciuto ma c’è anche qualcosa che non mi ha convinto e, inoltre, il mio è un parere che potete ignorare.
Di sicuro, però, non l’ho amato come ho amato Il canto di Calliope.
Volete leggere la trama de Lo sguardo di Medusa? Cliccate sulla parola LINK
“Se venissi calpestato da un gigante e da un dio – cosa che da parte nostra non sarebbe intenzionale, ma insomma, uno di noi potrebbe fare un passo falso nel pieno della battaglia, e allora tu saresti… Bè, saresti stato. In ogni caso, sarebbe del tutto indolore. Cioè, probabilmente sarebbe molto doloroso, ma solo per un attimo, poi smetterebbe.”
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