Liste infinite, desideri, programmi, poi l’anno arriva al termine, l’unico desiderio che ho è porre la mia attenzione su un libro che mi faccia galleggiare, sostenendomi in un liquido amniotico di cui non vorrei perdere nemmeno una goccia: Nuoto libero.
Così mi ha colta impreparata, senza le infradito per la piscina e infreddolita per lo sbalzo termico.
Il mio Nuoto libero nel mare di libri che avevo scelto ha subito una brusca frenata dentro una piscina.
L’esigenza di vedere il fondo quando mi accingo a nuotare in mare aperto è fondamentale per me, un’atavica paura dell’oscurità manifesta che niente ha a che vedere con quelle ombre quotidiane che spesso fanno molta più paura.
A volte il fondo non si vede lo stesso, anche se è a pochi metri di distanza, dentro una piscina sotterranea.
Capita però che dentro quel liquido ci siano molto più che corpi galleggianti, e che, giorno dopo giorno, la piscina stessa diventi un microcosmo perfetto nel quale sprofondare.
Quando le orecchie si tappano per evitare che l’acqua vi penetri all’interno, tutto appare protetto da una bolla : i rumori ovattati producono il giusto distacco dagli altri natanti, la diversa gravità che concede ai corpi movimenti inusuali rispetto alla terraferma ci illude che forse, potremmo anche azzardarci a desiderare un paio di ali, o forse che camminare e lavorare non è l’unico destino per certi esseri umani.
Nuoto libero e pensieri costretti dentro le cuffie da bagno o compressi in costumi a righe, pensieri ordinati in corsie per i più veloci, per gli ex olimpionici o per chi macina vasche per non macinare risentimenti.
Tutto perfettamente ordinato e, se qualcosa dovesse sostare oltre l’orario prestabilito, il bagnino provvederà immediatamente a ripescarlo col retino per farlo sparire prima dell’arrivo dei prossimi bagnanti.
Abbonamento annuale per dare ossigeno ad una vita impossibile da vivere solo in superficie.
E poi la crepa, ci puoi nuotare intorno o fare finta di non vederla, ma tu a lei non puoi sfuggire.
Il Nuoto libero non conforta più, è l’inizio di un cambiamento inaspettato, di un gorgo che minaccia di ingoiarci tutti.
E ogni volta che ci nuoti sopra, o che ne senti parlare da qualcun altro, la crepa si incide più in profondità nei circuiti neurali del tuo cervello.
E da quel momento non riesci più a togliertela di dosso.
Julie Otsuka, autrice di Nuoto Libero, dirige meravigliosamente la prima parte di questo libro, descrivendo minuziosamente aspetti, ritualità e abitudini degli “abitanti” di una piscina sotterranea , metafora della ricerca di svago dalla vita quotidiana e non solo.
Nuoto libero non è solo questo, la Otsuka ci catapulta in una seconda parte ancora più ipnotica, dove lo stretto legame fra madre e figlia diventa osservazione diretta e costante del decadimento della mente e di chi le sta intorno.
La malattia, raccontata secondo una strategia narrativa che si lega indissolubilmente allo svanire dei ricordi e, parola dopo parola, trascina nell’oblio della parola stessa.
Un capolavoro narrativo, un salto dimensionale fra la quotidianità e i pensieri, perché i salti non sono solo quelli olimpionici, ma anche quelli fra le strisce pedonali o fra le corsie del supermercato, fra la preparazione della cena e lo scordare di chiudere il gas.
Non ricordo quando ho iniziato a dimenticare, ma nella casa di cura Bellavista lo posso fare perché qui pensano loro per me.
Ricorda il suo nome. Ricorda il nome del presidente. Ricorda il nome del cane del presidente.
Ricorda in quale città vive. E in quale via. E in quale casa.
Quella con il grande ulivo dove la strada fa una curva. Ricorda che un tempo eri sposata, ma si rifiuta di ricordare il nome del tuo ex marito.
Essenziale ma mai freddo e impersonale, immediato e devastante, un libro che lascia filtrare le emozioni attraverso una crepa, per evitare che il dolore ci uccida.
E’ terminato l’anno ma non il ricordo dell’acqua clorata sulla pelle, ormai la piscina è chiusa e i ricordi sono sempre più lontani, ma questo libro ha aperto la porta a nuove forme di racconto di cui non voglio più fare a meno.
Per leggere la trama clicca qui.
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