Tre sorelle

Tre sorelle

Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di Tre sorelle di Therese Anne Fowler, autrice che ho avuto modo si apprezzare grazie al suo precedente romanzo Un bel quartiere, editi entrambi Neri pozza.

Ho letto Tre sorelle con molto piacere, merito della scorrevolezza della storia, scritta senza risultare in alcun modo pesante, nonostante le prime pagine non proprio felici.

Quando si parla di malattia, di morte, di segreti, di famiglia, il rischio è quello di appesantire ma non è questo il caso.

L’autrice racconta le vicende di tre sorelle che ricevono dalla loro madre, in seguito alla sua morte, in eredità un cottage di famiglia e non solo quello.

Le tre sorelle si trovano a dover fare i conti con diversi segreti.

Beck, Claire e Sophie, non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra e vi sarà impossibile non provare empatia.

Le loro stesse vite nascondono dei piccoli segreti, delle cose taciute, alcune per paura, altre per vergogna… chi di noi non nasconde qualcosa?

Un romanzo che ci spinge a non fermarci all’apparenza, a riflettere su ciò che scegliamo di fare ma soprattutto per ciò che potrebbe arrivare di conseguenza.

Una narrazione che svela i segreti pagina dopo pagina, affrontando tematiche importanti con semplicità senza mai sottovalutarne l’importanza.

Sophie è la più giovane e sembrerebbe quella con la vita più soddisfacente, ma non è così…

Claire è una cardiologa pediatrica e si è appena separata dal marito, il perché lo scoprirete leggendo, vi anticipo che c’è di mezzo un uomo ma non dico di chi si tratta.

Beck la sorella maggiore è una giornalista ed è sposata con Paul anche se non sembrerebbero proprio così innamorati.

Perché leggere Tre sorelle?

Perché è un racconto familiare perfetto per essere letto in spiaggia, una lettura da divorare, pagina dopo pagina.

Tre sorelle mette al centro i rapporti familiari e lo fa attraverso queste tre donne che cercheranno di gestire l’eredità ricevuta dalla loro madre in tutti i sensi. La morte arriva e porta scompiglio, soprattutto nelle vite di chi resta.

Therese Anne Fowler è stata in grado di raccontare il tutto con delicatezza, rendendone la lettura appassionante.

Se vuoi leggere la trama clicca qui.

Se invece vuoi recuperare una recensione bellissima di un altro libro Neri pozza, scritta dalla nostra Francesca, clicca qui e lasciati incantare da Una minima infelicità.

La vita è troppo spesso breve e disordinata, piena di complicazioni, difficoltà, tradimenti, errori. Piena di ingiustizie e perdite. E di domande. Quante domande! Le mie iniziano spesso con <<Perché?>>

A volte le risposte arrivano. A volte no.

Strega. Le emozioni diventano l’unica forma di percezione

Strega. Le emozioni diventano l’unica forma di percezione

Se andate alla ricerca di un senso, e volete la guida di una trama precisa, allora Strega non è il libro che fa per voi.

Come nel più intricato dei labirinti, dove niente può venire in vostro aiuto, poiché ogni angolo è identico a quello precedente; così la ricerca di orientamento in questo libro, può provocare sconforto e smarrimento.

Se invece avete preso la decisione di spalancare le finestre alla nebbia autunnale, lasciando che questa pervada la stanza in cui vi trovate e che penetri dentro le vostre narici; allora siete nel posto giusto.

State per trasformarvi in etereo vapore.

Un letto di parole verdi come il bosco più fitto, gesti ripetuti in maniera estenuante, sigarette che appesantiscono l’aria, inquietudine a colmare ogni spazio vuoto.

Non è davvero semplice parlare di un libro fatto di emozioni, sensazioni, istinto e poco altro. Posso soltanto tentare di usare altre emozioni per descriverlo.

La stanza sembrava la scena di un antico dramma sanguinario,

in cui le donne serie in abiti drappeggiati si muovevano sul palco brandendo coltelli.

Dall’altro lato della scenografia un coro declamava le proprie battute su navi affondate,

vendetta e figlie uccise.


Un albergo che fagocita donne lasciando gusci intossicati, rosso sbiadito incastonato nella fredda roccia. Claustrofobia, puzza di vecchio.

Nove ragazze al loro primo impiego, nove anime attraversano la sua porta.

Ci sono gesti precisi, capelli legati in perfetti chignon, divise inamidate, dolorosi calli e acqua bollente.

Niente è come ci si aspetta e Strega in lontananza, vuota e silenziosa, attende.

Dormire e vivere nell’inquietudine, ingurgitare mix fatti di alcool ed erbe velenose. Forse è l’albergo stresso ad avere una sua volontà, o forse le persone all’interno seguono un preciso copione fatto di punizioni corporali e antiche tradizioni.

Sapevo che la vita di una donna può trasformarsi da un momento all’altro nella scena di un crimine.

Non avevo ancora capito che vivevo già in quella scena del crimine,

che la scena del crimine non era il letto, ma il corpo,

e che il crimine era già avvenuto.


Una creatura antica che si nutre dei giovani sogni, annientandoli, restituendo soltanto ossa rotte.
Finché qualcuna di loro cederà all’inganno, stringendo la mano di uno sconosciuto che, sussurrando parole rassicuranti, la condurrà nel bosco senza ritorno, nel lago senza fondo.

Il tempo non esiste più, nel grande albergo rosso sbiadito, il senso non esiste più e, a volerlo cercare, si può ammattire.

Meglio galleggiare sulle spine del roseto, afferrando i pochi ricordi della breve vita trascorsa, sempre più perse, sempre più immobili.

La paura però può diventare un solido collante fra le giovani donne, una corda che le fa sentire strette e al sicuro insieme. Una corda di ansia che le stringe talmente forte da fondere anche le loro menti, tanto da portarle a fare gli stessi sogni, tanto da eliminare ogni parola superflua poiché non è necessario capirsi, ma sentirsi vive, ancora un altro giorno.

Il libro di Johanne Lykke Holm è il quarto della serie “Le fuggitive” ed è stato tra i finalisti del Premio Strega Europeo 2023.

Strega è un libro pericoloso perché non parla al nostro senso logico, depistando ogni ricerca di fatti ed eventi chiari .

Sussurra alle nostre percezioni più sottili, alla nostra pelle che irretisce nel percepire un alito gelido o quando ha paura. Un sogno, o meglio un incubo dal quale non si può uscire.

I simbolismi del racconto ci trascinano in un universo femminile e acerbo, alla ricerca di nuovi progetti di vita.

Un universo che si scontra con la perfidia di un mondo infido e subdolo, pronto a risucchiare loro ogni scintilla di giovinezza.

Ho avuto bisogno di diverso tempo per digerire questa lettura, come dentro un sogno forzato, non riuscivo a staccarmi da dosso la pesante sensazione di privazione, di claustrofobia, di sopruso.

Strega va preso a piccole dosi perché come il veleno, poche gocce non ti uccidono, ma esagerare può condurre alla follia.

Strega

Leggi la Trama

Altri libri candidati al Premio Strega 2023:

Il Continente bianco

Una minima infelicità

Del nostro meglio

Come D’Aria

Avevo sempre pensato che sarei diventata un bel cadavere Avrei fatto attenzione a non essere brutta nel momento in cui accadeva, a non diventare una vittima brutta, sdraiata lì a bocca aperta in un vestito ereditato, una fallita nella morte quanto nella vita Dentro di me c’era un meccanismo che immergeva tutto in una luce scintillante, quel meccanismo che collega la morte con il bello e il bello con la morte. 

Con i denti. La sfacciata e cruda realtà della famiglia

Con i denti. La sfacciata e cruda realtà della famiglia

Il viaggio dentro la vita di una famiglia è sicuramente affascinante e al contempo estremamente pericoloso, vengono svelate delle intime quotidianità che a volte risultano essere la miccia in grado di innescare la distruzione della stessa: Con i denti.

Parlare di questo libro non è semplice, gli argomenti stessi di cui parla toccano delle parti vive dentro di me, portandomi a riflettere profondamente su dinamiche poco salutari che appartengono alla famiglia.

Kristen Arnett scrive un romanzo familiare spaventosamente amaro e crudelmente ironico.

Una famiglia composta da Sammie, Monika e il loro figlio Samson, tanto desiderato.

Ho avuto modo di leggere diversi racconti sulle dinamiche familiari di questi tempi, ma questo è diverso dagli altri.

All’inizio pensavo che la diversità fosse perché si parla di una famiglia queer, ma in realtà ciò che mi ha colpito maggiormente è il modo in cui la Arnett riesce magistralmente a parlare dei disagi della vita familiare.

il perbenismo che vuole la famiglia perfetta e felice crolla rovinosamente man mano che le pagine scorrono.

E’ difficile ritagliarsi momenti di vera intimità, è difficile sopportare la definizione di ruoli ben precisi, ma la realtà è che è difficile vivere la famiglia.

Con i denti parla in maniera diretta, non descrive la famigliola felice ma analizza attraverso le fragilità dei personaggi le problematiche che spesso portano alla rovina della stessa.

Facendo questo non fa altro che descrivere, anche se in maniera esacerbata, la famiglia reale.

Primo grande problema è la definizione di ruoli senza margine di elasticità.

Monika va a lavorare, è un avvocato di successo, è sempre elegante, ben vestita e rientra la sera stanca e con poca voglia di collaborare alla vita che si svolge fra le quattro mura di casa.

Sammie ha portato in grembo il figlio tanto desiderato da entrambe e ora si trova incastrata dentro un ruolo che ama, ma che riesce ad accettare solo parzialmente, poiché non le lascia spazio per nient’altro, nemmeno per se stessa.

Proprio quest’ultima si trova a fare i conti con il cambiamento del suo corpo e con gli sbalzi ormonali, con la sua fragilità e anche con l’accettazione di un figlio che le appartiene soltanto per metà.

E’ lei che soffre maggiormente la vita familiare ed è lei che, anche all’interno di una famiglia queer, porterà alla luce la fatica estenuante e la frustrazione che spesso una madre a tempo pieno si trova a vivere.

Sammie rilegge la stessa pagina del libro per giorni, questo ci fa rendere conto del suo grande affaticamento mentale, non riesce ad avere amiche e si ritrova spettatrice della sua stessa vita mentre la guarda trascorrere inesorabilmente.

E pian piano si rende conto che tutto le si sta sgretolando intorno.

Madre, donna delle pulizie, perennemente impegnata e sempre più lontana dal suo sogno di famiglia, ma decisa a lottare con le unghie e con i denti.

La repressione continua del proprio malessere non può durare a lungo.

Forse l’amore è sempre al confine con la violenza.
Una prigione di solitudine, rabbia e silenzi.

Samson è un bambino singolare, ha un mondo tutto suo e delle dinamiche di socializzazione molto particolari.

Il libro si apre con una Sammie distratta ed estremamente affaticata e con un episodio che farebbe accapponare la pelle a qualsiasi genitore.

Un episodio che viene sminuito nel tempo, fin quasi a mettere in dubbio il fatto che sia realmente accaduto.

Questo particolare fa già comprendere quanto le preoccupazioni di Sammie vengano prese in considerazione.

L’adolescenza di Samson non rende la vita più semplice, anzi, il ragazzo inizia a comprendere alcune dinamiche della vita ed inizia a demolire sistematicamente le scelte delle madri.

Anche se ho preferito soffermarmi sulla descrizione di un personaggio in particolare che mi ha davvero colpita, ci tengo a dirvi che non ci sono vincitori in questo romanzo, semmai sono tutti prigionieri dello stesso vortice di dolore.

La scrittura sottile ed ironica, crudele e realista è il perno trainante di questo doloroso libro.

Un romanzo che fa aprire gli occhi sulle difficoltà di qualsiasi famiglia, uno spaccato di vita e di dura realtà.

Consigliatissimo.

Per leggere la trama clicca qui

Con i denti

Altri libri che parlano di dinamiche familiari :

Baci all’inferno

Una minima infelicità

Pioggia sottile

Del nostro meglio

Nuoto libero

Si sentiva un’impostora…

Le donne che poco alla volta stavano riempiendo il locale erano tutte vestite come quella dietro al bancone…

E Dio quanto erano giovani. Così giovani che lei si sentiva invecchiare con il passare dei minuti, come se ad ogni secondo di orologio le spuntasse un nuovo capello  bianco, o un’altra ruga, o i denti  le ingiallissero fino a dientare color caramello.

 

Pioggia Sottile. Il labirinto dei fraintendimenti e’senza uscita.

Pioggia Sottile. Il labirinto dei fraintendimenti e’senza uscita.

Le famiglie , seppur nella loro grande eterogeneità, hanno particolarità che somigliano, a volte belle, a volte meno; molto spesso alcune situazioni vengono portate all’estremo, lasciando che i ricordi ci diano sempre ragione: Pioggia sottile.


Luis Landero ci porta a Madrid, ma potrebbe trattarsi di un qualsiasi luogo nel mondo, poiché è di una famiglia qualsiasi che ci parla.


Quante volte la quotidianità viene percepita in maniera differente dai componenti di una stessa famiglia?

A volte siamo troppo colmi di rancore, altre volte insoddisfatti o con un dolore talmente grande che questo riesce a fare da lente ad ogni situazione, ammantandola irrimediabilmente di tristezza.


Altre volte siamo semplicemente troppo piccoli per riuscire a comprendere, le situazioni familiari allora scorrono attraverso occhi innocenti.


Infine si diventa grandi e guardando indietro ci si rende conto di quanto certi episodi, abbiano irrimediabilmente condizionato le scelte che ci hanno condotto fino ad oggi.


La mamma sta per compiere ottanta anni e i sentimenti sono estremamente contrastanti riguardo la possibilità di farle una festa.


Pioggia sottile un intreccio familiare che vomita dolore e risentimento.

Spesso accade anche nelle migliori famiglie.

Un padre allegro e cantastorie che con i suoi racconti ha ammaliato l’infanzia dei figli.


E una madre che, una volta perso il marito, ha trasformato il clima familiare in un incubo.


Tutti da quel giorno hanno vissuto nella costante attesa di una tragedia.


Pioggia sottile è una matassa impossibile da districare e i nodi sono fatti dalle diverse percezioni che i figli hanno avuto della stessa situazione.


I punti di vista capovolgono le questioni.


Accade così che una madre impegnata ma amorevole si trasformi in una donna senza pietà per le sue figlie, costringendole a prendere decisioni contro la loro volontà.


Pioggia sottile è la tela di un ragno.


Tu sai tutto, vero Aurorita?

Perchè sei tu che ascolti in silenzio gli sfoghi di tutta la famiglia.


Tu che ascolti ma raramente commenti, parole sempre equilibrate e attente a non cadere mai nel giudizio.


Ho spesso provato ad immaginarti: dietro la cornetta del telefono o seduta ad ascoltare pazientemente la persona che ti stava di fronte.


Ho visto quindi tutte quelle parole raggiungerti e penetrare dentro la tua pelle fino a gonfiarti, quasi ad esplodere, ma tu non hai mai sbagliato, non sei mai esplosa.


Pioggia sottile è un quadro che descrive la stessa scena, ma gli occhi che guardano vedono cose diverse.

Al centro di quella scena c’è Aurora, colei che tiene il filo narrativo dei numerosi dialoghi e sfoghi.


Le pennellate sono le incomprensioni e i fraintendimenti familiari.


Aurora però è quasi impossibile da immaginare, ma senza lei il racconto stesso imploderebbe.


Eppure non è nemmeno un personaggio risolutore, perché, si sa, quando una famiglia si trascina silenzi per anni, certi rancori diventano impossibili da risolvere.


E ancora una volta non c’è un buono o un cattivo, un vincitore e un vinto.

C’è la famiglia.

C’è qualcosa nelle parole che,

di per sé,

comporta un rischio,

una minaccia,

e non è vero che il vento se le porta via facilmente come dicono.

Un racconto intricato e non molto semplice da seguire, interessante ma impegnativo e pregno di profonda amarezza.


Se amate i racconti familiari, vi invito ad entrare nel labirinto di Pioggia sottile.

Pioggia Sottile

Se vuoi leggere la trama clicca qui

Ti interessano i racconti familiari ? Ti suggerisco questi libri:

Cose che non ho buttato via

Una minima infelicità

Del nostro meglio

Nuoto Libero

Baci all’inferno

E capita, ogni singola volta, che le storie

o le parole riemerse dagli oscuri anfratti della memoria

tornino con intenzioni bellicose,

cariche di rimostranze,

bramando rivendicazione e discordia…

La vita intima. fra ironia e trasformazione si cela il quesito di chi siamo veramente.

La vita intima. fra ironia e trasformazione si cela il quesito di chi siamo veramente.

Mi domandavo cari viaggiatori, se vi è mai capitato di non decidere la meta, di lasciavi semplicemente trasportare; io questa volta ho deciso di lasciar fare ai libri e la corrente mi ha portato verso La vita intima di Nicolò Ammaniti.

Un 2023 che ha inizio all’insegna di letture inusuali, mi sono trovata coinvolta e a volte torbidamente impantanata all’interno di nuovi stili narrativi, intricate emozioni che spesso spolverano aspetti di un vissuto volutamente lasciato in un angolo.


La vita intima
arriva a sorpresa, un sussurro di un’amica che mi dice “Prova, secondo me ti piace molto e almeno molli per un attimo certi mallopponi!”


Ho provato e ancora assaggio dalle mie dita il sapore del mare.


Niccolò Ammaniti sorprende con una prosa eccellente e ironia pungente, spesso mi sono ritrovata a sorridere con gli occhi fissi al cielo, altre volte il sorriso diventa un ghigno amaro che fa sollevare soltanto un lato della bocca.


Ci si può illudere di essere felici senza sospettare minimamente di affogare nell’infelicità, vero Maria Cristina?

Chi meglio di te, la donna fra le donne: bellezza, posizione, denaro, tutto ciò che desideri viene esaudito in un attimo.


Eppure Maria Cristina non pensa, galleggia nella vita dentro una bolla che mitiga gli urti e le emozioni.


I ricordi dell’infanzia sono nebbiosi e lontani, quasi quelli di un’altra vita, come se non gli appartenessero.
Maria Tristina la chiamano, la donna più bella del mondo, la moglie del presidente del consiglio, ricercatissima dalla stampa e dai gossip.


Avete presente quando si sta sott’acqua?

I suoni sono ovattati e distanti. Così sono gli eventi per questa donna, sembra che niente le appartenga veramente.


Ammaniti però la spoglia pian piano e un velo dopo l’altro la costringe a mettersi completamente nuda di fronte a quel passato che si trascina come un peso.


Le tornano alla mente i motivi che la spingono a galleggiare passivamente:

“ Ricorda Maria Cristina che la vita ti ha fatto dono di un bel corpo, ma dentro sei piena di acqua minerale, dunque giocati questa carta finché puoi”


Nella vita intima l’autore sembra divertirsi molto nel caratterizzare questa donna così perfetta e fragile, ma sconosciuta perfino a se stessa. Una donna che verrà spinta da una potente sberla a sporcarsi le unghie per scavare nella melma dei suoi ricordi.

Quante volte nella vita sappiamo di essere così prossimi alla verità da poter allungare una mano,

afferrarla e come una farfalla chiuderla nel palmo.

E invece facciamo un passo indietro certi che tra quei due petali colorati si nasconda l’orrore di quelle antenne ramificate,

di quelle zampette di mosca, di quella proboscide da zanzara.

Ed è giusto così.

Altre volte la verità urla,

ci chiama e ci implora di ascoltarla,

ci chiede di restituite senso alle cose e far luce a una vita orba.

E allora rischiamo tutto per amore suo.”

Perché nella tua agenda fitta di impegni, cara Maria Cristina, di sedute dal parrucchiere, di ore di fitness e serate di gala, volutamente non trovi lo spazio per affondare dentro ciò che eri?


Per ricordare di quell’estate in barca, della pelle bruciata e dei desideri spinti al limite, di tuo fratello che per vincere una nuova sfida con se stesso non è più tornato a galla?


Dov’è adesso tuo fratello? E tutti i tuoi sogni?


Forse sono stretti tra le chele di una grande aragosta che da quando eri poco più che bambina, non smette di stringere il tuo collo?


Maria Cristina guarda avanti e cerca di non sentire dolore, di non pensare, diventa lo strumento indispensabile di chi la vuole mettere in mostra.


Non mi spingerò oltre nella descrizione di questo splendido romanzo anche perché non sono gli eventi ciò che mi hanno colpito maggiormente, bensì una narrazione incredibile, una satira esplosiva e nel contempo non eccessiva, irriverente, tagliente ed umanamente erotica da rendere ogni pagina un frutto succoso nel quale affondare le labbra.

Clicca qui per leggere la trama

Le storie, quelle importanti, quelle che cambiano i destini, sono fiumi impetuosi, difficili da imbrigliare.

Tu gli metti un ostacolo e loro deviano, trovano un’altra via per fluire.