Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di Abbiamo un problema! (Un grosso problema), una meraviglia che merita di essere letta e apprezzata. Scritto da Davide Calì e illustrato da Marco Somà , questo albo illustrato è edito da Kite edizioni nel 2022.
Una storia che ha saputo attirare la mia attenzione nell’immediato, a partire dal titolo: Abbiamo un problema (Un grosso problema).
Viene presentato al lettore un enorme oggetto misterioso caduto dal cielo, questo provoca negli abitanti una sensazione di smarrimento e li lascia spiazzati in un primo momento.
L’intero villaggio si adopera per cercare di capire come risolvere quel grande guaio piombato giù dal nulla.
Le soluzioni proposte sono tante: spostarlo, farlo esplodere e tanto altro, ma niente di tutto ciò sembra fattibile, nulla sembra avere successo.
Sono tante le riflessioni che ci presenta questa storia che partono dal saper risolvere i problemi che la vita ci pone davanti all’importanza della condivisione che aiuta a gestire al meglio ogni situazione.
Una storia che ci fa capire come noi adulti ci soffermiamo troppo sulla parola problema, al contrario dei bambini che con la loro semplicità riescono ad avere una visione molto più bella.
Ed è proprio questa la bellezza di Abbiamo un problema! (un grosso problema).
Le meravigliose illustrazioni regalano agli occhi del lettore stupore e ammirazione verso quella che a mio avviso è un’opera d’arte.
Un albo che è stato tradotto in altre lingue e sono convinta avrà sempre più successo per il contenuto prezioso che si nasconde tra le pagine.
Non molto spesso mi capita di leggere opere in versi, la ragione è nel ricercarsi nel fatto che la poesia non mi parla o forse io non ho orecchie per ascoltarla. Ma, in qualche caso, credo per merito del poeta e di congiunzioni astrali che mi sorprendono sulla via di Damasco, qualcuno riesce a fare breccia nel mio cuore e parlarmi come delle volte fa il vento: sussurrando e portando echi lontani. È il caso di Un altro presente, la silloge poetica di Paola Caramadre.
Un altro presente è una realtà ctonia.
Una silloge che non posso descrivervi in un altro modo. È viscerale, è tradizione ed è futuro.
La prima volta che ho letto le poesie che vi sono contenute mi sono concentrata sulle cinque parti in cui i componimenti sono stati suddivisi: Parole, Radicamenti, Percorsi, Salvacondotti e Giuramenti.
Queste sezioni sono Passi. Non diretti in un’altra realtà ma ben radicati nella terra da cui nascono.
La seconda volta che ho letto Un altro presente ho dovuto dare spazio alle mie emozioni.
La sensazione è la stessa del ritorno a Casa.
Siete fatti del luogo o dei luoghi in cui siete vissuti, non potete sfuggire a questo e nemmeno volete.
Mi è venuta in mente, durante la lettura, una canzone che, immagino, conosciate tutti.
Il testo parla dell’Inevitabile: qualsiasi percorso si sceglie per evitare il destino è destinato a portarti verso di esso.
Vita e Morte.
Vita e Vissuto.
Sapere esattamente chi si è, nel luogo e nel tempo in cui si vive.
So bene che questo genere di consapevolezza non è una scienza esatta. Siamo tutti convinti di essere chi dobbiamo essere solo ad un temine di una vita ma non è quello che ho imparato io.
Chi di voi può ammettere sinceramente di essere stato una sola persona in tutta la sua vita?
Suvvia, non sto parlando di discipline esoteriche.
Le parole sono un legame vitale, le radici sono la nostra esistenza più profonda, i percorsi ci sono necessari per crescere siano essi fisici o umani, i salvacondotti sono i patti che stipuliamo per raggiungere le nostre consapevolezze più intime e i giuramenti sono… lo sapete bene cosa sono.
Un altro presente è ogni presente in cui siamo consapevolezza di essere noi che viviamo, che amiamo e che decidiamo ma soprattutto Siamo.
Volete sapere dove trovare Un altro presente? Schiacciate la parola LINK
Per esempio, noi dovremmo sceglierci
una lingua sconosciuta,
percorrerla come una terra inesplorata
e adattarla alle sfumature di noi due.
Come avevo già anticipato nello scorso articolo riguardante il Trofeo RiLL, ad accompagnare l’antologia dedicata ai racconti vincitori, Quel Signore in salotto è il titolo della raccolta 2022, si affianca sempre una monografia che raccoglie i racconti migliori di uno degli autori che hanno partecipato al concorso. Quest’anno il protagonista è Maurizio Ferrero e la sua “opera omnia” si intitola I volti degli spiriti.
Potreste pensare, non a torto, che il volume prenda il suo titolo da uno dei racconti presenti al suo interno ma, per questa volta, il titolo rispecchia la totalità degli scritti del suo autore.
Maurizio Ferreri adora scrivere storie che ritraggono persone comuni in contesti straordinari.
Ho dovuto citare le parole nell’intervista in calce alla monografia perché non avrei saputo descrivere meglio il suo modo di scrivere.
Capita spesso, chi legge Fantasy o Fantascienza senza tralasciare il lato distopico di entrambi i generi, di incontrare quelli che sono i cardini di questi generi: eroi, paladini, mostri, i classici villain e le storie filano via serene senza che il lettore abbia modo di dubitare del genere letterario che ha deciso di leggere.
C’è qualcosa di male? No ma dovete ammettere che spesso ci si ritrova concentrati su cosa aspettarsi dal genere ma non dalla personalità dei personaggi o dai risvolti che una trama dovrebbe avere su un ipotetico lettore.
Non che lo scrittore debba insegnare qualcosa in maniera coercitiva sui lettori ma se leggete una storia e al suo termine non siete cresciuti nemmeno un po’, non vi siete fatti domande che magari coinvolgono anche la vostra vita, beh…forse qualcosa è andato storto.
Maurizio Ferrero è una delle straordinarie penne del Fantasy (solo per abbreviare) che ama concentrarsi sui personaggi, sulla loro umanità o la mancanza di essa.
Nel 2018, questo autore vinse il Trofeo RiLL con “Ana nel campo dei morti” e io ricordo che la potenza di quel racconto per me è stata rivelatoria.
I volti degli spiriti vi ripresenta quel racconto e un racconto inedito che porta sviluppi alla storia.
Le avventure in questo libro potrebbero non terminare come volevate ma come è giusto per i suoi personaggi o anche in totale loro disappunto. Non è un male quando qualcosa non ha esattamente un lieto fine, le cose possono andare storte ma l’importante è imparare a rialzarsi.
Ricordate? Persone ordinarie in contesti straordinari questo è I volti degli spiriti.
L’antologia ha un potere narrativo enigmatico, una Gioconda delle monografie e io non ho potuto trattenermi dall’amarla.
Ricordo che solo chi vince il Trofeo RiLL e ripete l’impresa più volte può aspirare ad una monografia e se non partecipate non saprete mai se il prossimo nome potrebbe essere il vostro.
Le iscrizioni terminano il 20 aprile, avete ancora qualche giorno!
Volete sapere dove trovare I volti degli spiriti? Cliccate sulla parola LINK
“Ricorda sempre di ringraziare, Ana. Nulla è gratuito, nemmeno ciò che non appartiene a nessuno.”
Cari viaggiatori, quello di cui vi voglio parlare oggi è un viaggio molto atteso, attraverso l’universo della parola scritta, tutta al femminile: Parole d’altro genere. Come le scrittrici hanno cambiato il mondo. A cura di Vera Gheno.
Vi parlo di “viaggio tanto atteso” non perché si tratta di un libro originale, ma per la maestria e la serietà con cui esso è scritto.
Diciamo che in questi ultimi anni le raccolte di autrici pullulano all’interno del mercato editoriale. Ne troviamo di tutte le salse e, a dire il vero, trovo che facciano tutte il giusto lavoro di conoscenza e divulgazione che troppo spesso è stato volontariamente omesso.
C’è però una parte importante del libro che credo vada particolarmente presa in considerazione: tutti i discorsi che vengono fatti intorno alla vita, alle opere o a determinati scritti citati nel libro.
E in questo Vera Gheno eccelle.
Se sei una scrittrice,
prima o poi,
da qualche parte, ti chiederanno:
“ Ti consideri prima una scrittrice o una donna?”.
Attenzione. Chi lo chiede odia e teme sia la scrittura che le donne.
Margaret Atwood
Per chi ancora non la conosce, Vera Gheno è una sociolinguista, specializzata in comunicazione digitale, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. Insegna all’università di Firenze ed è una Donna Femminista intersezionale.
Parole d’altro genere non si limita alla mera elencazione e presentazione di scrittrici passate. Con grande originalità si sofferma sul modo in cui queste donne sono riuscite a lasciare il segno, soprattutto dentro il nostro modo di pensare.
La diversità, ci racconta nell’introduzione, è la parola chiave del libro.
Infatti l’autrice cerca di diversificare riguardo la cultura, le etnie, ma anche le disabilità.
Vera Gheno assegna ad ognuna di loro una parola che in qualche modo ci indica la strada verso la scoperta del pensiero dell’autrice.
Una carrellata di scrittrici mirabilmente precedute da un lemma e dal pensiero dell’autrice.
Termina poi con una serie di preziosissimi consigli di lettura contemporanei. Uno spazio interessantissimo per chi desidera ampliare la propria conoscenza.
Ed è nello spirito della sorellanza che ho affrontato la costruzione di questo libro,
che adesso non attende altro che di essere letto.
Saffo, Sulpicia, Chiara d’assisi, Mary Wollstonecraft, Matilde Serao, insieme a molte altre vi delizieranno con i loro pensieri controcorrente.
Non mi dilungherò volutamente su di loro perché non vorrei rischiare di svelare troppo, proprio perché val la pena prendersi del tempo, magari ogni giorno, per leggere ciò che questo libro ci propone su ciascuna.
Sono pagine pungenti ed interessanti quelle che troviamo in Parole d’altro genere.
Esplorano il mondo femminile in ogni epoca e cercano di sfondare a colpi di parole i muri imposti dal patriarcato
Non dovremo dimenticare mai che queste scrittrici sono state volutamente messe in disparte.
Oscurate da una letteratura maschile che ha dominato soprattutto all’interno dei testi scolastici, precludendo ai giovani la possibilità di godere di nuove forme di pensiero.
E’ il momento di diventare ponte verso una più ampia conoscenza e di dare alle parole di queste autrici il posto che meritano.
Lo scopo è quello di riuscire a riscrivere il passato e di offrire un nuovo futuro con una prospettiva di possibilità più ampia.
Vera Gheno compie un prezioso lavoro di ricerca e riesce a dare voce a donne che per troppo tempo sono state messe a tacere. Invece sono esistite, hanno scritto, lottato e rischiato.
Parole d’altro genere le riporta alla luce, le colloca nel giusto posto e ci dona uno strumento prezioso per osservare il passato con un grandangolo, non un cambio di prospettiva ma un ampliamento; quello che poi ci darà la capacità di scelte diversificate per il futuro.
Elena lo sa racconta la storia di una madre affetta da Parkinson che cerca giustizia per sua figlia Rita.
Elena lo sa che sua figlia non si è suicidata come tutti dicono ed è determinata a scoprire la verità e trovare giustizia per sua figlia.
Lei non è una madre come tutte le altre, ha sulle sue spalle una malattia invalidante che le rende difficile compiere i gesti della vita quotidiana.
Elena lo sa è un viaggio incredibile alla scoperta della forza di una madre che cerca giustizia.
Nonostante la morte di Rita sia stata classificata come suicidio, Elena decide di mettersi in cammino, con tutte le difficoltà della sua condizione, alla ricerca della verità.
Si tratta di alzare il piede destro, appena qualche centimetro dal suolo, muoverlo in avanti, abbastanza da oltrepassare il piede sinistro, e a quella distanza, qualunque sia, molta o poca, farlo scendere. Si tratta solo di questo, pensa Elena. Però lei lo pensa, e sebbene il cervello ordini di fare quel movimento, il piede destro non si muove. Non si solleva. […] Basterebbe così poco. Eppure non lo fa.
Elena lo sa che dovrà affrontare tantissimi ostacoli, un’indagine è già difficile per chiunque, figuriamoci con il Parkinson, ma è disposta ad affrontare anche l’inferno per sua figlia.
Elena lo sa è un giallo molto particolare che ho apprezzato tanto. La copertina mi ha fatto capire nell’immediato che mi sarei trovata davanti a una storia dall’impatto molto forte e così è stato.
L’autrice è stata in grado di farmi sentire le difficoltà di questa donna che, con la sua patologia, si trova a lottare anche con il suo corpo per trovare pace.
Elena lo sa che la sua storia alla ricerca di giustizia è in grado di coinvolgere emotivamente chiunque la legga.
Una scrittura intensa che mi ha lasciata senza parole.
Una storia al femminile che mette al centro i rapporti familiari e la convivenza forzata con una malattia invalidante chiamata Parkinson.
Il 2023 è il primo anno in cui parlo delle favolose antologia RiLL per Libri in Viaggio e mi sembra, finalmente di aver trovato il giusto salotto in cui far accomodare queste raccolte che io amo tantissimo e ogni anno aspetto con molta impazienza. Questa ultima in particolare tratta un tema che mi è da sempre molto caro: esatto, questo è il momento in cui scoprite che sono sempre stata una bambina piuttosto strana. Il titolo del volume nato dai racconti vincitori del Trofeo RiLL è: Quel signore in salotto.
Conoscete il Trofeo RiLL per i racconti di fantascienza, fantasy o qualsiasi sia fuori dal reale?
Se ne volete conoscere ogni meandro vi lascio qui il filo di Arianna che vi condurrà nella tana del drago, dovete solo schiacciare la parola LINK.
Oltre ad essere ogni anno premiato al Lucca comics & games, questo concorso ospita tra le sue schiere penne pluripremiate e che non potrete non amare.
E se volete partecipare avete ancora tempo: le iscrizioni al 29 Trofeo RiLL scadono il 20 aprile.
Ora parliamo di Quel signore in salotto.
A casa mia non c’era un Signore ma un soldato della Prima Guerra Mondiale, non era nemmeno gentile come Quel signore ma sembrava essersi perso e costringevo mia nonna a preparare da mangiare anche per lui.
È una storia piuttosto lunga e veramente molto creepy e non ha molto a che fare con il tipo di inquilino che Nicola Catellani descrive nel suo racconto.
Quel signore in salotto è gentile, premuroso e si occupa di rendere la vita serena ad una signora che ha bisogno di compagnia.
Il tema dell’antologia è La morte e tutto quello che ne consegue.
Ma non parleremo della nera signora, del tristo mietitore o del protagonista di una favola di Beda e il Bardo, stiamo parlando della porta con su scritta la parola Morte e di tutto quello che si torva al di là della soglia della realtà.
Facile no?
Al di là di quella soglia nebulosa da cui normalmente nessuno farebbe mai ritorno, se non per un buon motivo, ci sono cose buone e cose cattive.
Quindi alla fine chiunque la varchi si trova ad affrontare pressappoco le stesse facezie che tanto angustiano le persone anche nel mondo dei vivi.
A volte, i peggiori scenari che sono narrati nella letteratura si verificano. Altrimenti chi li avrebbe scritti se non qualcuno che lo sa?
Ci avete mai pensato?
Ogni anno, l’antologia prende il nome del vincitore del concorso e nel 2022 il vincitore è Quel signore in salotto di Nicola Catellani ma, come vi dicevo, Quel Signore è lì per addolcirvi la pillola e aprire la porta che dovete varcare per conoscere gli altri racconti.
Vi troverete i racconti dei primi cinque classificati e in aggiunta i racconti vincitori dei concorsi europei e mondiali gemellati con il Trofeo RiLL.
Ho un racconto preferito e non me ne vogliano gli altri autori ma amo le storie ricche di tragedia, disperazione e vendetta; nemmeno Quel signore in salotto è riuscito a rabbonirmi, Il non morto ha provato a darmi quello che cercavo e ci è quasi riuscito ma è ritrovarmi ne Il frutteto che mi ha dato il mio brivido.
Il racconto di Giorgio Smojver ha qualche nota già suonata in altre tragiche sonate d’amore ma dovete fidarmi di me e lasciarvi prendere tra le radici della storia, ci sono cose che dovete sapere.
Ci tengo a dire che tutte le storie narrate sono degne di nota e c’è pane per ogni gusto.
Non vedo l’ora di sapere chi vincerà quest’anno e scoprire quale genere di Altrove scopriremo.
Volete sapere dove trovare Quel Signore in salotto e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni? Schiaccia LINK
“Nostro padre ci aveva avvisati: non spargete mai sangue sulle radici, nè l’uno di voi rechi male agli altri. Nostra è la colpa, e l’accetto.”
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.