I bimbi si sa, sono creature molto speciali, traboccano di curiosità e coraggio; avete mai provato ad impartire loro l’ordine di Non guardare! Non Toccare! E vedere ciò che succede?
Jana ha atteso questo libro con grande emozione:
finalmente un libro di Halloween tutto per me!
Scartato con la voracità di un t-rex ha poi assunto la modalità “brivido” nascondendosi sotto una spessa coperta, torcia e libro alla mano!
Ho atteso che riemergesse dal suo mondo prima di chiedere come è stata questa avventura.
“Ho immaginato subito di essere una del gruppo perchè spesso anche io faccio cose che non dovrei, ma a volte la curiosità è troppo forte!”.
Una combriccola di quattro monelli non esita ad intraprendere un’avventura, trascinati dalla voglia di scoprire cosa si cela dietro al divieto! NON GUARDARE! NON TOCCARE! NON APRIRE!
Quegli ordini risuonano in realtà come un invito per i giovani amici a curiosare proprio dove non si dovrebbe, complice anche la notte di Halloween che rende l’atmosfera ancora più intrigante, e tutto può sembrare lecito!
Le pagine buie sono un invito ad esplorare ogni particolare: gatti neri, zucche dai sorrisi malefici spuntano fra gli alberi o dietro le case.
Un brivido doppio, quello per l’avventura nella notte più tenebrosa dell’anno e quello per la trasgressione alle normali regole!
A volte i loro visi sono tesi e spaventati, ma si sa, insieme ci si fa più coraggio! Finchè qualcosa inizia a sfuggire al loro controllo…
Non proseguirò con il racconto per non rovinare “il brividino” di chi lo leggerà, ma niente paura, fra occhi di gufo e ali di pipistrelli i nostri amici arriveranno a scoprire il mistero.
Un mistero inaspettato!
Buon brivido, dunque, a tutti i bambini che vorranno addentrarsi tra le pagine di Non guardare! Non toccare! Una storia Spett-racolare!
Mi sembra doveroso rassicurare i genitori sul fatto che questo libro non inneggia assolutamente all’anarchia e nemmeno a non prendere sul serio i divieti che spesso vengono posti per salvaguardare l’incolumità dei nostri piccoli.
Si tratta di una storia molto allegra, che porta comunque a porre l’attenzione sulla curiosità che bambini possiedono.
A volte questo loro istinto va moderato, sono d’accordo, ma quante volte possiamo invece appagarlo prendendo la sua mano ed accompagnandolo a sbirciare e a prendere consapevolezza del reale pericolo?
Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di Più veloce di tutti un albo illustrato che ha saputo incantare me e la mia piccola Giada, edito da Kite Edizioni.
Eva Montanari autrice e illustratrice per bambini, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, riesce a catapultarci in una fiaba meravigliosa ricca di valori.
In Più veloce di tutti l’autrice ci dona tanti spunti di riflessione.
Lo fa attraverso una serie di personaggi in cui è impossibile non immedesimarsi, ma soprattutto, con una semplicità che nasconde un significato profondo dietro le sue parole e prende colore grazie alle sue illustrazioni.
Una gara che nasce da una lepre e una tartaruga, velocità e lentezza, ma siamo sicuri che questa sia la verità? Sicuri che sia giusto?
E se ci fosse qualcosa a distrarci dal nostro percorso?
E se non fosse così importante arrivare primi?
Quante cose possiamo apprezzare andando piano?
Quanto è bello godersi il viaggio assaporando ogni momento?
Un viaggio all’interno di un bosco ricco di personaggi , una fiaba che ci porta dentro altre fiabe se solo sappiamo soffermarci, cogliendo anche quei piccoli messaggi veramente preziosi lasciati qua e là.
Ho molto apprezzato questo albo e leggerlo insieme a mia figlia ha reso tutto ancora più bello, il suo viso si illuminava ogni volta che si voltava pagina e quando siamo arrivate alla fine… di colpo siamo tornate all’inizio. “ MAMMA ANCORA…” E non c’è regalo più bello quando noi mamme sentiamo queste parole dai nostri bimbi.
Perché leggere più veloce di tutti?
Per sognare e viaggiare lentamente dentro una fiaba meravigliosa, piena di vita.
Jules Verne è da sempre sinonimo di letteratura d’avventura. Le sue storie sono narrate e citate in migliaia di pubblicazioni, produzioni cinematografiche e riadattamenti di ogni sorta anche negli anime più famosi, spesso la sua opera, in epoca moderna, è etichettata come letteratura per ragazzi e, a dire il vero, perché la letteratura per ragazzi sarebbe inferiore o non adatta agli adulti? Questo mi porta ad un altro quesito: Voi, adulti, avete mai letto Ventimila leghe sotto i mari? Avete mai letto Il giro del mondo in 80 giorni?
Conoscete queste due opere?
Non venitemi a dire che ne conoscete le storie per via delle trasposizioni in cartoni animati, seppur pregevoli, non sono il motivo per cui siamo qui.
Avete letto Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in 80 giorni?
Ve lo chiedo perché, come la maggior parte di coloro che leggeranno questa mia recensione, conoscevo la storia narrata per via dei film e degli anime e mi sono resa conto di una cosa: non sapevo nulla de i personaggi di Verne.
Non mi erano nemmeno noti i punti di vista della narrazione. Per me è triste ammetterlo perché mi faccio vanto di usare sempre un certo spirito critico nelle mie letture, mi impongo di vedere tutte le luci e le ombre dei protagonisti nei libri che leggo e, ora che ho passato i 30 anni da un po’, mi rendo conto che la mia idea su l’opera di Verne non era affatto completa.
Probabilmente non lo è nemmeno ora. Il capitano Nemo mi ha sconvolta e Phileas Fogg non è affatto l’uomo che pensavo che fosse.
La fama mediatica di Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in 80 giorni mi ha ingannata. Jules Verne me l’ha fatta e io ci sono cascata.
Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in 80 giorni non sono affatto i libri che pensiamo di aver conosciuto.
Questa conclusione viene dalla mia lettura dei due titoli nella nuova edizione dei Classici DeAgostini. Li trovate insieme, quindi non potete scappare.
Potrei spiegarvi la mia visione dei due protagonisti iconici dei due romanzi ma se Verne decise di mantenere il lettore all’oscuro delle verità nascoste dietro le apparenze non vedo perché devo essere io a alzare il sipario.
Dietro alle cortine di fumo di celano due personaggi complicati, frammentati, socialmente non comuni. In alcune situazioni li si potrebbe definire… non amabili. Nonostante questo, coloro che si trovano coinvolti nelle loro orbite vengono travolti dal loro carisma e al contempo ne vengono respinti.
Non si può fare a meno di trovarsi mutati dopo averli conosciuti.
Se siete del parere che ogni storia debba avere un eroe, sappiate che Verne non ve lo renderà semplice.
Negli ultimi anni abbiamo avuto tripudi di eroi ed eroine complicate ma di cui è stato svelato ogni mistero togliendo pathos alla storia.
Sono pochi gli autori di letteratura fantastica e di avventura che, pur creando un mondo, lasciano ai lettori la possibilità di avere dubbi sui personaggi che si trovano davanti.
Jules Verne è uno dei precursori di questi ultimi.
Oltre ai mirabolanti viaggi e alle fantastiche avventure, qualcosa si agita nascosto e non visto dietro le cortine di fumo di un canovaccio in apparenza privo di macchie.
Beh, Ventimila leghe sotto i mari e il giro del mondo in 80 giorni sono viaggi pieni di scossoni e scogli aguzzi e la domanda che io vi pongo è: che siate ragazzi o adulti, siete pronti a vedere oltre?
Decidete quale viaggio intraprendere o partite per entrambi, vi auguro buona sorte!
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Mantello e cilindro sono già pronti, non scordate la lanterna e possibilmente una mappa delle strade londinesi, quasi scordavo il fazzoletto imbevuto di mentolo per mascherare il fetore di morte e urina, viaggiatori dallo stomaco debole vi sto avvisando, preparatevi ad affondare fino alle ginocchia negli Oscuri talenti!
Nascere speciali non sempre agevola nella vita, poteri particolari, nel vecchio mondo alla fine del 1800, difficilmente vengono visti come pregi, più semplice essere figli del demonio e per questo venire rinchiusi e dimenticati.
Giovani occhi nascosti al mondo, ragazzi torturati perchè troppo difficili da capire, in questo libro si parla della caccia al diverso.
The Ordinary Monster (questo è il suo titolo inglese) è il primo di una trilogia ancora in fase di lavorazione. Si dispiega in sei parti, ciascuna delle quali segue le vicende di un personaggio, tra passato e presente.
Nella prima parte di Oscuri talenti ci imbattiamo nel piccolo Marlowe, creatura fortunata in un certo senso.
Eliza, anch’essa poco più che una bambina costretta a diventare donna prima del tempo, scappa dalla violenza e durante la sua fuga, si imbatte nel corpo ormai freddo di una donna che aveva appena partorito una piccola creatura.
Già dai primi secondi di vita il bambino manifesta la sua particolarità.
Talenti.
Così li chiamava il dottor Berghast.
Lei aveva assistito a fenomeni inquietanti, fenomeni biblici:
pelle che si increspava come acqua finchè una faccia si trasformava in un’altra;
un bambino che imponeva le mani su un morto e lo faceva alzare, molle,
come un enorme gigante di carta.
Abbandonati entrambi ad una vita che li mette a scegliere se essere morti o schiavi, cercano di sopravvivere con le unghie e i denti.
Non è un mondo piacevole quello che ci racconta Miro, fetore e sudiciume invadono le pagine e addosso al lettore si insinua una sensazione viscida e serpeggiante, come se le parole che egli scrive non dicano tutta la verità.
Una nebbia fitta che da solo la possibilità di vedere pochi passi avanti, il resto è avvolto dall’oscurità.
Ci troviamo davanti ad una costruzione estremamente precisa, ricca di particolari che costringe il lettore a percorrere e visitare ogni angolo più recondito. Una descrizione meravigliosamente chiara, per un racconto che difficilmente dice tutto, le ombre avvolgono continuamente gli eventi.
Una storia che non da certezze, che raramente si svela al lettore; un racconto dagli Oscuri talenti.
Ancora una volta mi imbatto in un libro dove la figura del mostro, con tutte le sfaccettature fatte di incomprensione e paura, predomina nel racconto, per questo vi invito a leggere anche la recensione di Malice, dove il mostro fa sicuramente meno paura, ma in cui l’emarginazione e il desiderio di normalità gridano forte.
In Oscuri talenti i mostri sono tanti, emarginati, nascosti dietro occhi innocenti, ma, proprio per questo fanno ancora più paura: pelle che si illumina, capacità di guarire o sciogliere la carne, ciò che chiedono è una vita normale, un luogo in grado di comprenderli e di guidarli nella gestione di questi talenti.
Difficile scrollarsi di dosso la sensazione di continua ingiustizia, di difficoltà a comprendere il limite fra buoni e cattivi, giusti e sbagliati. Un libro toccante, profondo ma estremamente oscuro, come quella parte di ogni essere verso cui difficilmente rivolgiamo lo sguardo.
Leggete Oscuri talenti con calma e siate cauti, perché il bene e il male potrebbero confondervi.
Spesso, troppo spesso, trascorriamo il nostro tempo nella disperata ricerca di un’illuminazione “incasellata” dentro religioni o discipline spirituali vecchie e nuove, Lo splendore trascurato del mondo ci racconta come il raggiungimento di uno stato mistico sia alla portata di tutti.
Cari viaggiatori questo che stiamo per affrontare è un viaggio senza meta, o meglio sarete proprio voi a sceglierla a patto di divenire consapevoli che essa è alla vostra portata.
Un viaggio che percorro anche io con il timore di non riuscire ad afferrare pienamente tutto ciò che Romano Madèra, filosofo e psicanalista ci vuole comunicare sul concetto di mistica.
Oltre i limiti che siamo abituati a porci quotidianamente e a quelli che ci impone la società veloce nella quale viviamo, propinando soluzioni veloci usa e getta, Madera ci parla di un nuovo approccio al concetto di “mistica”.
Scevra dalle discipline spirituali, dai corsi che promettono l’accesso alle porte dell’Eden in 10 lezioni e da ogni forma religiosa, troviamo il concetto puro di mistica intesa come pensiero oceanico o “mistica selvaggia”.
La mistica selvaggia cavalca oltre i limiti e ci invita a percepire il sentimento oceanico nella meraviglia della nostra terra, in tutto ciò che ci circonda.
Raggiungere l’estasi nella contemplazione dell’incanto del mondo.
Nel Lo splendore trascurato del mondo,Madera ci racconta come il concetto di mistica venga associato alla fuga dal tangibile, o al rifugio in altre dimensioni, o ancora a straordinarie esperienze di carattere religioso o indotte da privazioni o uso di droghe.
Una pasticca val bene una vita di astinenze.
Potremmo anche dire che noi cerchiamo le dimensioni estatico-mistiche
a prezzi scontati e a effetto immediato.
Non una critica, quella che si legge nel Lo splendore trascurato del mondo, bensì una descrizione di ciò che è la ricerca dell’estasi mistica nei tempi.
La critica piuttosto è rivolta alla società che ci imprigiona nel continuo bisogno di compensare il senso di insoddisfazione, velocemente.
Lo stato di estasi non è quindi prerogativa esclusiva di asceti o santi, ma alla portata di chiunque riesca a percepire, anche solo per un istante la commistione col tutto, la vibrazione verso l’alto dove ogni cellula percepisce la magnificenza e l’appartenenza piena a ciò che ci circonda.
Connessione profonda, meraviglia assoluta, il sentimento oceanico è un’ esperienza impossibile da tradurre in parole, ma talmente profonda da risultare “matrice di tutte le mistiche”.
Il sentimento oceanico sarebbe la sorgente sempre viva,
e irriducibile a una sola corrente,
di ogni intuizione e sentimento della vita e dell’essere nella sua interezza,
la madre di ogni riferimento religioso.
Il libro si presenta a noi come un’indagine continua che l’autore compie attraverso i suoi studi e le sue esperienze.
Si passa dalla trascrizione di alcune esperienze mistiche raccontate dal pubblico di “Uomini e profeti”, una trasmissione che tratta di cultura religiosa su Rai Radio 3, al rapporto tra mistica e psicoanalisi portandoci a conoscenza della stretta corrispondenza tra Freud e Rolland.
Si passa poi all’approfondimento della filosofia del sentimento oceanico fino a discutere di spiritualità laica.
Una lettura sicuramente non facile, ma che ci porta a riflettere sulle emozioni uniche che ci colgono nell’osservare un tramonto o la perfezione di un fiocco di neve, sensazioni che appartengono ad una mistica quotidiana troppo spesso poco considerata ma accessibile a tutti.
Buongiorno viaggiatori, stiamo per addentrarci in uno dei luoghi più misteriosi della terra: l’Egitto, oggi infatti vi accompagno fra I segreti di Tutankhamon .
I segreti di Tutankhamon è un libro scritto da Valentina Santini ed Edito da Longanesi che ho voluto leggere per riprendere la mia passione per l’Egitto. La cultura egizia mi affascina fin dalle elementari e questa lettura ha saputo entusiasmarmi senza cadere mai nella banalità.
Cosa mi è piaciuto de “I segreti di Tutankhamon” ?
Ho apprezzato ogni scelta dell’autrice, a partire dalla decisione di suddividere in brevi paragrafi i capitoli, ognuno con un titolo che ha reso tutta la lettura scorrevole e mai noiosa.
Ha saputo saziare la mia curiosità stimolandola con tante informazioni di cui non ero a conoscenza.
Si racconta la storia di Tutankhamon, un faraone tra i più conosciuti e di cui si è tanto parlato, l’autrice ci svela tanti aneddoti che rendono questa lettura piacevole intrigante. Nonostante la sua vita sia avvolta nel mistero ci sono stati tantissimi studi su di lui.
Chi non ha sentito parlare della maledizione del faraone?
Sapevate che Tutankhamon non era il suo vero nome si chiamava Tutankhaton con la t.?
Ovviamente le motivazioni ve le lascio scoprire leggendo il libro. Leggere questo libro per me è stato come vedere un documentario curato nei minimi dettagli.
Valentina Santini è dottoranda in egittologia presso il dipartimento di studi classici storia antica e archeologia dell’università di Birmingham e dopo aver lavorato a Torino al museo Egizio e ora egittologa e addetta alla comunicazione presso il centro studi camnes di Firenze.
Se voi amate l’Egitto e volete viaggiare alla scoperta delle motivazioni che hanno reso Tutankhamon così famoso e importante allora non potete far altro che iniziare la lettura di questo testo.
Perché leggere i segreti di Tutankhamon ? Se cercate un viaggio ricco di storia, aneddoti ed enigmi questo libro fa per voi!
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