Le terrificanti scoperte del dottor Kraus.Le Cogas è un meraviglioso libro illustrato da Ilenia Loddo che riesce a dare forma ad una fra le creature più temute del leggendario mondo sardo.
Cari lettori, mentre vi trovate in mezzo al mare state pensando se la scelta di viaggiare su un vecchio galeone dei pirati sia stata quella giusta? Tenetevi forte perché la vera avventura inizierà dopo aver toccato terra! Anche il capitano scruta l’orizzonte e i suoi occhi scintillano al ricordo delle innumerevoli leggende legate all’isola di Ichnusa, allo stesso tempo un brivido gli percorre la schiena, poiché strane creature abitano quell’isola. Alcune si celano fra gli abitanti dei paesini nascosti fra le rocce di granito, hanno occhi di donna e sono molto, molto pericolose. Inutile continuare a rimuginare, in lontananza già si vedono le spigolose coste della Sardegna.
Dalla maestria dell’illustratrice Ilenia Loddo è nato Le terrificanti scoperte del dottor Kraus.Le Cogas i cui personaggi sono vivi e pulsanti nella loro oscurità: spiriti antichi e leggendari che da tempo immemore affollano i racconti de “sos contos de foghile” “i racconti che anticamente venivano fatti attorno al fuoco”.
Veniamo immediatamente catapultati nell’immaginario più terrificante dell’isola, lasciando che lo smarrimento più totale ci pervada e l’oscurità delle pagine ci tolga il fiato. L’unica via di scampo?
Forse seguire gli occhi brillanti di una creatura felina.
Si raccontano storie in Sardegna da così tanti anni che ormai è difficile delineare il confine tra realtà e leggenda. Il dottor Kraus, Rufus Kraus, fu un esploratore che proprio in Sardegna perse la vita in un tragico incidente. Approdò nell’isola per indagare sulla veridicità di alcune inquietanti leggende e su alcuni personaggi insoliti: Le Cogas, terrificanti creature predatrici di vita.
Sono Rufus Kraus, o meglio, ero Rufus Kraus.
Un tempo professore e grande studioso di fenomeni naturali,
ora fantasma
Durante il giorno esse si confondono perfettamente con gli abitanti del paese. Assumono le sembianze di giovani donne, ma in realtà si tratta di creature mutaforma che di notte si aggirano alla ricerca di sangue.
Villacidro- Medio Campidano- Sud della Sardegna
È in questo paese,
sorto ai piedi del Monte Linas,
che sono nate storie su creature terrificanti,
da fare invidia a quelle che hanno animato i migliori
racconti horror del mondo.
Proprio qui, da secoli, vivono
le Cogas,
temibili streghe vampiro
Prima del suo incidente il dottor Kraus riuscì ad identificare alcuni precisi indizi che potevano essere d’aiuto nell’identificare queste creature.
Si può nascere Cogas se si è la settima figlia femmina oppure si può diventare una creatura oscura attraverso rituali che l’esploratore ci descriverà. Ma perché queste creature sono tanto temute? Perché la notte si introducono nelle case in cui c’è un nuovo nato per succhiarne tutto il sangue!
Prediligono i neonati non ancora battezzati,
creaturine innocenti e dal dolce sapore.
Spesso li soffocano dopo averli assaggiati;
altre volte li rapiscono e li tengono in vita
per divorarli lentamente.
Gli abitanti dell’isola mettono in atto tutta una serie di rituali per impedire alle Cogas di introdursi in casa e per preservare la vita del bambino.
Ilenia Loddo con Le terrificanti scoperte del dottor Kraus.Le Cogas attinge a piene mani nelle leggende di quest’isola misteriosa dando una forma a delle creature che, almeno una volta, hanno frequentato gli incubi peggiori di noi sardi.
Un illustrato per adulti e ragazzini coraggiosi. Solo fantasia? Venite a scoprirlo… Attendiamo con impazienza nuove avventure!
L’Aggiustacuori è sicuramente un libro capriccioso, sono sicura che non saprà stare in perfetto ordine nella mia libreria, ma salterà fuori ogni volta che lo riterrà opportuno.
L’Aggiustacuori non è un libro qualsiasi, è la fiaba dell’amore e come tutte le fiabe contiene in se una grande dose di ingredienti magici: sogni, silenzio, oblio e nuvole, tutte racchiuse dentro i barattoli nel laboratorio di Mattia.
Mattia intreccia fili, regola le lancette dell’orologio del cuore e aiuta le persone a lenire le loro pene d’amore.
tic, tac, tic, tac Mattia ha un segreto…
Nell’oscurità l’aggiustacuori lavora per realizzare il suo più grande sogno. E’ instancabile ed ispirato, ogni sua creazione racchiude in se qualcosa di veramente prezioso.
Mattia lavora con gioia e come tutte le persone innamorate,non si perde d’animo, anche se il suo valore non viene apprezzato, non demorde, in ogni istante l’unico desiderio è raggiungere il suo sogno.
Allora torna a casa con il petto sempre un pò più vuoto e ad ogni sconfitta il vuoto si fa sempre più grande, mentre Mattia diventa sempre più piccolo.
Un incantesimo non terminato,un laboratorio confuso e personaggi quasi eterei, danzano come marionette fra le pagine di questo libro.
I disegni sussurrano, non urlano mai, ma arrivano diretti a toccare certe corde.
Visi delicati in uno sfondo blu che muta seguendo il filo conduttore del cuore.
Jana, mia figlia ha letto e sognato con me,intingendo il dito nel blu profondo e assaggiando la delicatezza di questo racconto. Un libro in grado di regalare momenti di dolcezza semplice ma profonda.
Da leggere più volte per assaporarne tutte le sfumature, per imparare e ricordare: c’è sempre un motivo per continuare a credere nell’amore.
Qualche tempo fa, nell’arsura estiva, ho deciso di intraprendere una lettura leggera. Io, che non credo nei libri “da spiaggia” o che i libri di questa fittizia categoria siano per forza gialli, ho letto un thriller per rendermi lieve il passaggio attraverso la canicola: La psicologa di B.A. Paris edito per Casa Editrice Nord nel 2022.
Eravamo tre a leggere. Io e le mie due amiche (le conoscete sono Sara e Francesca).
Una sorta di gruppo di lettura, quindi. Una di noi (non vi dico chi perché siete in grado di scoprirlo da soli) ha scelto il libro e le atre due si sono lanciate tra le pagine.
Non so cosa scriverebbero loro in merito ma la copertina piaceva a tutte e la sinossi ci aveva intrigate. Vi parlerò della mia esperienza con questo libro ma vi dirò il voto del gruppo di lettura solo al termine della mia opinione.
Cosa raccontarvi de La Psicologa?
È ambientato a Londra in uno di quei quartieri residenziali dove tutte le case sono uguali.
Avete presente il genere? Un enorme cancello comune con ingresso sorvegliato, tecnicamente nessun altro punto di accesso, villette a schiera concepite secondo un unico progetto e proiettate verso un solo punto focale.
Io sempre adorato questi comprensori e, dal punto di vista teorico, la loro struttura ne garantisce sicurezza ed esclusività. Questi parametri, in situazioni normali, comportano che il prezzo di una casa al suo interno abbia un costo piuttosto elevato che non tutti si possono permettere.
Ma, a volte, la fortuna si volta dalla parte di coloro che la rincorrono.
Una delle case è disponibile ad un prezzo stracciato e Leo, il compagno della vittima, decide di comprarla. Qui, devo fare un piccolo appunto. Nella sinossi, ovvero la trama, troverete che è Alice ad accaparrarsi la villetta. La nostra protagonista da sola non è in grado di fare quasi nulla.
Lei non si sarebbe trasferita in quella casa se avesse saputo cosa si nascondeva dietro a questa occasione così ghiotta.
Leo si dimentica, in maniera piuttosto opportuna, di spiegare il motivo per cui l’alloggio ha un costo così contenuto: al suo interno è stata uccisa una donna. Ovvero, la psicologa del titolo del libro.
La donna assassinata era La psicologa del titolo? No, Sì, non esattamente.
Anche qui la presentazione del libro è illusoria. Potrebbe essere stata scritta da Leo ma noi lettori non siamo Alice e sentirci presi per i fondelli non ci piace un granché ma, bisogna dirlo, non piace molto nemmeno ad Alice.
Nina non era una psicologa. Era più una buona confidente, qualcuno da cui andare per risolvere un problema. qualcuno che sapeva trovare una soluzione per qualsiasi intoppo sia di tipo psicologiche che materiale.
Quindi, di cosa parlano le pagine de La psicologa, alla fine dei conti?
Alice e Leo si trasferiscono nel nuovo ed esclusivo comprensorio e mentre lui non ha nessun interesse nel fare amicizia con i vicini, lei sente che la sua missione sia quella di essere ben voluta dagli altri abitanti di quel piccolo mondo.
Le sue insicurezze, invece di rafforzare il suo personaggio, la rendono una sciocca petulante.
Non contenta di questo risultato già dalle primissime pagine, B. A. Paris inserisce un trauma familiare nella vita della sua protagonista. Come se bastasse a giustificare tutto.
Nina, la non psicologa uccisa nella sua casa, ha lo stesso nome della sorella deceduta di Alice.
Questo porta la donna, non solo a diventare totalmente irragionevole in situazioni che una persona normale avrebbe gestito con un’alzata di spalle e una tenda chiusa, ma anche a mettersi in pericolo nel tentativo di risolvere i suoi problemi di coppia.
Non felice, l’autrice aggiunge il senso di colpa alla sua protagonista. Come in ogni situazione simile già vista, Alice si addossa la colpa dell’avvenimento che ha ucciso sua sorella e i suoi genitori.
Ne è colpevole? Non è questo il punto ma l’immaturità di questo personaggio nonostante quello che le è accaduto.
Alice crede a tutto quello che le viene detto, si sente vittima di chiunque non la ami e non ha una personalità. Questa è la realtà.
Questo tipo di personaggio rende La psicologa un libro brutto?
No, non se il thriller millantato dalla trama fosse risultato credibile ma non è quello che è accaduto.
Il thriller in realtà non esiste.
La tensione non si avverte nemmeno per sbaglio.
La comunità del The Circle è formata da adulti con la maturità tipica dei liceali, le situazioni create dall’autrice hanno lo spessore della carta velina.
Che ne è del pericolo?
Solo la scala di priorità insulse di Alice non la rende consapevole di quello che sta accadendo e del pericolo in cui si sta infilando.
Se solo non si fosse concentrata su le banalità della sua vita si sarebbe accorta che solo lei è causa del suo male.
Tutta la narrazione si basa su cliché che non sono in grado di convincere nessuno, figuriamoci gli amanti dei thriller.
A partire da The Circle, dai vicini, dal trauma, non c’è una sola situazione che non sia già stata più che sfruttata in combinazione da altre storie e per di più nulla è stato reso con un originalità tale da rendere appetibile questo prodotto della letteratura.
La sensazione è che la donna sacrificata per iniziare a scrivere il libro sia stata uccisa senza motivo.
Come è andata la lettura de La psicologa nel nostro gruppo lettura?
Ora ve lo posso confessare: noi tre amiche, con generi letterari di preferenza differenti, abbiamo avuto tre reazioni dissimili alla lettura di queste pagine.
Due di noi hanno continuato a leggere solo per vedere se Alice finiva uccisa.
L’altra ha smesso al terzo capitolo… e lei era quella che aveva proposto il libro.
No, non ci siamo proprio.
Volete leggere la trama di questo libro? Beh, schiacciate sulla parola Link!
Lo riconosco subito, anche se è girato verso la piazza. L’istinto mi spinge a richiudere immediatamente la porta, ma non così in fretta da non vedere la sua sorpresa quando si volta verso di me. Faccio un passo indietro, col cuore che batte all’impazzata. Perché è tornato?
Ingabbiare alcuni romanzi in un genere letterario è complicato, continuano a strabordare dai confini e proprio non ci stanno a farsi dare un’etichetta che dica a tutti cosa pensare di lui. Uno di questi titoli è Draconis Chronicon di Manlio Castagna edito per Mondadori nel 2022.
Qualche anno fa, ho incontrato questo autore su una biforcazione della mia via di Damasco.
Mi sentivo tradita dalle storie, le accusavo di sedurre scrittori non in grado di amarle come avrebbero dovuto. Mi sentito maltrattata, come lettrice, da una letteratura che si gettava verso un abisso di clichè stereotipati e troppo amoreggianti.
Ad un certo punto, mi è piombato tra le mani il primo libro di Manlio Castagna e soprattutto Una Storia che aveva avuto il coraggio di essere se stessa e scegliere qualcuno che ne aveva amato le luci e le ombre.
Questo è stato il mio incontro con Manlio Castagna e ad ogni suo libro trattengo il respiro fino all’ultima parola.
È stato così anche per Draconis Chronicon.
Nella Salerno del 1066 vivono 4 ragazzi, la Storia li conosce da adulti ma, prima di crescere, devono affrontare la grande Cerca che li porterà ad affinare le proprie personalità e la loro determinazione.
Tutti gli adolescenti devono passare attraverso il cerchio di fuoco.
Tutti, compresi i grandi della Storia.
Freud, se non mi sbaglio, teorizzò che la prole per diventare adulta doveva metaforicamente “uccidere il padre” ovvero passare dall’emulazione dei genitori ad andare, con le proprie gambe, su percorsi che non sono ancora state battuti e trovare la propria grandezza.
Diciamo che il Dott. Freud non si è proprio svegliato la mattina teorizzando qualcosa che ancora non aveva afferrato nessuno. L’uccisione metaforica di chi ci ha preceduto ha inizio molto tempo prima della nascita della psicologia, a Roma poteva capitare che si finisse in un sacco di iuta lanciato nel Tevere, ma questa è una storia di una repubblica arcana molto lontana dai fatti di Salerno.
Il protagonista di questa avventura scritta da Manlio Castagna è Barliario.
Non è solo e presto lo vedremo ma se non fosse stato per lui, forse, tutto questo non si sarebbe mai verificato.
C’è una voce nell’aria, qualcuno urla al vento l’avvento di una bestia e il cambiamento dei tempi.
Lo sappiamo bene, nessuno presta mai attenzioni a questi avvertimenti ma, coincidenza o no, quella stessa notte il padre di Barliario finisce vittima di un incendio che lo lascia in fin di vita.
Il ragazzo viene avvicinato da uno strano individuo, una leggenda della città: Arimane.
L’uomo può essere pericoloso e Barliario lo percepisce ma sa che ascoltare le sue parole è l’unico modo di trovare la cura per il padre morente.
Alcune volte, miei cari lettori, è necessario dare una spintarella a chi deve passare il confine. Alcuni non sono inclini ad allontanarsi dalla via maestra.
Vi ho già detto che il protagonista non è solo ma con lui c’è Shabbatai, suo compagno di scorribande nella città ma anche amico sincero. Un vero e proprio compagno d’arme.
Non vi ho detto che Barliario vuole diventare un alchimista come suo padre, vero?
Ho aspettato il momento di presentarvi l’altra protagonista della storia: Trotula de Ruggiero. Qualcuno la conosce come la prima donna a diventare medico.
Sapete anche che era già molto sicura di se stessa da giovanissima?
Che nonostante fosse promessa sposa ad un bullo che era poco più di “un asino su un cavallo” (cit.) decise di sovvertire l’ordine della società e scappare con Barliario e Shabbatai per trovare una cura di cui lei non conosceva nulla?
Trovare ed uccidere un drago è la loro missione.
Sì, avete capito bene.
Dove pensavate portasse il titolo Draconis Chronicon?
Verso un libro polveroso?
Se si parte non lo si fa per trovare una lucertola dal veleno miracoloso, vi pare?
Con Trotula parte anche la sua “dama di compagnia” Mercuriade, più una guardia del corpo che una dama. Entrambe le ragazze fanno da contraltare alla coppia di Barliario e Shabbatai: amiche e compagne d’arme. Quattro adolescenti cocciuti lasciano Salerno per la ricerca del drago.
Questa è un’avventura in cui si combatte, si lotta e si imparano tecniche prodigiose che sfiorano la magia.
Ci saranno avvenimenti in cui il lettore verrà messo alla prova. Perché ad avere fede non devono essere solo i protagonisti della storia ma anche chi legge.
Abbiate fede. Siate forti e coraggiosi. Non abbiate paura del fuoco, anche se brucia non vuol dire che morirete.
Facile, no?
Oltre a tutto questo, i ragazzi saranno inseguiti dal suddetto asino sul cavallo, ovvero il fidanzato di Trotula.
Se ne libereranno? Non posso dirvelo, di certe persone non ci si libera mai veramente, dovete scoprirlo da soli leggendo il libro.
Troveranno il drago? Staremo qui a parlare di questa storia se fosse altrimenti?
Dovete ancora avere fede. Sono creature misteriose i draghi.
Non sempre tutto quello che si vede è la realtà di quello che è.
Lo so, voi volevate sapere del drago e io sto qui a cincischiare su principi di filosofia dell’alchimia.
Non è giusto ma il mondo è così e per dischiudere i suoi misteri dee essere vissuto e nessun altro può farlo in sostituzione di altri.
Draconis Chronicon è un’avventura a confine tra veglia e sogno, tra realtà e il mondo delle ombre. Non avete scampo, se non volete essere perseguitati da Arimane dovete leggere il libro.
Ma allora, se mi è piaciuto così tanto Draconis Chronicon perché solo 4 stelle?
Il libro è bellissimo ma… Manlio ha già un capolavoro al suo attivo e nel mio cuore è quello il suo 5 stelle.
Questo non toglie che la storia di Barliario, Trotula, Shabbatai e Marcuriade sia un gioiello tutto da leggere.
Vuoi leggere la trama di Draconi Chronicon? Clicca sulla parola Link
Perchè la paura non si fa mettere da parte. Quando sento il mio corpo che si sdoppia, ,i prende una paura che strizza le budella. Anche se ti sembra di tenerla a bada, resta in agguato. E ti salta addosso, appena le permetti di farlo.
La Jackson si conferma ancora una volta maestra dell’inquietudine, in Abbiamo sempre vissuto nel castello riesce a far nascere nel lettore un oppressivo senso di smarrimento, pur descrivendo normalissimi gesti quotidiani.
Immaginate un semplice paese del nord america circondato dalla campagna: gente che chiacchiera al bar, bambini che giocano e intonano filastrocche, donne indaffarate tra panni e pranzo.
Ora spostate lo sguardo verso la periferia, proprio dove inizia il bosco, dove la grande casa della famiglia Blackwood troneggia da tempo immemore. Il cancello è chiuso, nessuno si avvicina più e le canzoncine intonate dai bambini del paese si riferiscono sempre alla grande casa in periferia.
I maschi del paese si mantenevano giovani spettegolando,
e le femmine invecchiavano aspettando in silenzio che figli e mariti tornassero a casa,
mentre una grigia stanchezza malvagia si impossessava di loro.
Se trattenete un attimo il fiato, potrete sentire il suono di un pendolo.
Ritmicamente, giorno dopo giorno,egli scandisce i vari compiti della giornata:
Merricat vai a fare la spesa, è tempo di preparare il pranzo, è la giornata da dedicare alle pulizie del grande salone. Tutto perfettamente calcolato, giorno dopo giorno, come una danza sicura e confortevole, i cui passi non cambiano mai.
Merricat, Costance e lo zio invalido.
Dimenticavo Jonas,il fedele gatto, questa è la famiglia Blackwood, o ciò che ne resta.
Fra le righe di Abbiamo sempre vissuto nel castello si cela una malsana armonia che si imprengna nelle mura della grande casa, una coltre di illusione fatta di dolcetti appena sfornati e lenzuola pulite.
Tic tac, tic tac, pare quasi di osservare un delicato dipinto: due giovani sorelle e uno zio che sorridono nel loro castello.
La strenua difesa dell’immobilità è il segreto per preservare quella gioia innocente, o folle.
Accade però che il nostro pendolo a volte si fermi, e allora qualcosa rompe inevitabilmente la pace quotidiana.
Anche il nostro viaggio si ferma per un attimo, in uno spazio temporale in cui la comprensione dei fatti non coincide più con l’immagine dei personaggi, sembra quasi impossibile eppure il male si annida dentro le case silenziose, allora rimaniamo attoniti, in preda ad una strana inquietudine mista ad incomprensione, nell’osservare lo stravolgimento dei perni portanti del racconto, tutto è esattamente ciò che non dovrebbe essere.
Conosci il sapore dell’arsenico?
Per fortuna quasi sempre il pendolo riprende il consueto ticchettio riportando tutto nell’apparente ordine, o forse la nostra psiche è ormai irrimediabilmente scossa.
Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l’Amanita Phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.
Shirley Jackson, indiscussa signora del male,è stata in grado di creare un romanzo delicato come la pelle di un serpente, dove il male non si identifica con il canonico cattivo, ma con turbamenti cuciti sulla pelle viva, in grado di confondere e annebbiare la mente, ci avvelena pagina dopo pagina, con piccole gocce di sospetto ben dosate, perché vuole farci arrivare fino alla fine, confusi e storditi, senza riuscire a comprendere il confine fra bene e male, follia e giudizio, senza sapere più chi sono i veri mostri.
Abbiamo sempre vissuto nel castello è un libro scritto da Shirley Jackson ed edito da Adelphi nel 2009
Buongiorno sognatori, oggi vi parlo de Il battito dei ricordi di Vanessa Roggeri, autrice che stimo e che seguo con molto piacere. Chi mi conosce sa quanto io abbia amato la sua precedente pubblicazione con la casa editrice Rizzoli, “La cercatrice di corallo”.
Ammetto che dopo aver letto la trama de Il battito dei ricordi, ho avuto paura di restare in qualche modo delusa perché sono una lettrice che ha paura del cambiamento e Vanessa Roggeri ha raccontato la mia amata terra con amore, tanto da portarsi a casa un prestigioso riconoscimento come il Premio Grazia Deledda.
La Roggeri ha fatto colpo ancora una volta scrivendo un romanzo meraviglioso capace di toccare le corde del cuore e farle vibrare.
Si parla di amore, quello con la A maiuscola, capace di andare oltre il dolore.
Può un incidente cambiare e stravolgere la nostra vita? Sì. Quella di Javier e Isabel viene stravolta totalmente. Due lunghissime settimane di coma in cui l’attesa per Isabel e i suoi familiari diventa ogni secondo più insopportabile e difficile e un risveglio che toglie il respiro. Javier non riconosce più Isabel, cerca un’altra donna, un’altra vita, lontana.
La cosa che mi ha colpita maggiormente è la forza di questa donna che, nonostante il dolore di vedere suo marito, il padre di sua figlia, cercare un’altra, con pazienza e amore cerca di aiutarlo a capire cosa gli succede. La comprensione che non dovrebbe mai mancare in una relazione, l’esserci nonostante tutto.
Ho vissuto sulla mia pelle con mia nonna il “non riconoscere” la propria famiglia ed è stato straziante. Posso solo immaginare cosa si provi se si tratta di un marito, un padre. Qui si parla di un qualcosa di difficile da accettare, non è un lutto, non è un tradimento, non è una malattia.
«Non vuoi farmi domande sulla nostra destinazione?» «No. Mi fido di te, non mi serve sapere altro.»
Isabel è una donna coraggiosa, innamorata che spera di riavere la sua famiglia.
Perché consiglio la lettura de Il battito dei ricordi ?
Perché è una storia che insegna ad avere il coraggio di affrontare le difficolta, anche se possono portarci sofferenza. Un romanzo che ci fa capire come si può affrontare la perdita di chi amiamo. I personaggi come sempre nei romanzi di Vanessa Roggeri sono indimenticabili, ben caratterizzati e nulla è affidato al caso. Emozioni diverse verso lo stesso dolore.
L’autrice mi ha stupita con una tematica diversa dal solito, la reminiscenza, il ricordo di vite passate, e lo fa con la bravura che la contraddistingue da chi scrive senza passione e consapevolezza che per scrivere bisogna documentarsi.
La mia paura iniziale è stata spazzata via totalmente, questo è a tutti gli effetti un romanzo da consigliare al 100%
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.