Tutti abbiamo avuto un primo amore che non era esattamente reale. Non so, magari un attore o un’attrice, il personaggio di un libro, il protagonista di un cartone animato e potrei continuare tutto il giorno. Dedalo & Dharma di Manlio Castagna inizia proprio così, con quella che i ragazzi chiamerebbero “crush” per la protagonista di un film. Ora, però, sono curiosa, chi è stato il vostro primo amore?
Io ne ho avuti 3. Il primo è stato Benjamin Price (Holly e Benji), poi è arrivato Pegasus de I Cavalieri dello Zodiaco (effettivamente potevo scegliere meglio) e per ultimo, visto che sentivo il bisogno di un amore serio, mi sono presa una sbandata (mai finita) per Ottaviano Augusto che è stato reale ma deceduto da qualche secolo.
Torniamo al libro di Manlio Castagna.
Dedalo & Dharma è una storia di giovani ragazzi e la celebrazione di un amore sconfinato per il cinema.
Lo potete appurare dall’impaginazione del libro e dalle sue splendide illustrazioni, opere di Kalina Muhova.
Chi conosce l’autore sa che l’amore per il cinema trapela da ogni suo scritto e ogni sua opera è un set cinematografico aperto su mondi incantati anche quando sono reali ma qui è diverso.
Dedalo & Dharma è qualcosa di personale.
Il fiorire nella coscienza di un adolescente della sua vera vocazione e passione e, perché no, raccontare che il vero amore può uscire da uno schermo e rapire il tuo cuore.
Dedalo, avrete notato che ha lo stesso nome del costruttore del labirinto di Cnosso, è un costruttore involontario di connessioni e di strade che portano in ogni dove.
È il centro del crocevia della vita dei suoi amici, della sua famiglia e dell’avventura che lo porterà a scoprire che l’amore muove il sole e le altre stelle ma è anche in grado di intrecciare la vita di un singolo a tutto ciò che lo circonda.
Ho trovato in Dedalo e Dharma scene che sono diventate iconiche del cinema. Alcune, forse, non sono altro che frutto della mia immaginazione.
Castagna ama Tarantino e questo è chiaro fin dall’inizio ma anche Fellini, Il cinema muto, il western e il cinema di animazione.
Tutto finisce nella sua penna e nella sua narrazione e i suoi protagonisti si trovano a varcare mondi di cellulosa trovando anche la forza di apprendere che, a volte, amare vuol dire lasciar andare.
In fondo, nella vita non si sa mai, nulla va mai perso realmente e quello che poteva non sembrare tangibile ha comunque ripercussioni sulla vita di tutti i giorni.
La M.J. di Spiderman non ricorda chi sia Peter alla fine di No way Home ma non vuol dire che sarà così per sempre, certi sentimenti non possono non avere un’eco attraverso lo spazio e il tempo, giusto?
Dedalo e Dharma è un libro che parla di percorsi, di scelte e di amore che poi, alla fine, sono la stessa cosa.
Volete conoscere la trama di Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan? Cliccate la parola LINK
La casa editrice Becco Giallo non smette mai di sorprenderci e deliziarsi con le biografie illustrate, ho letto Le ragazze di Saffo, ma spero di poter quanto prima arricchire la mia collezione con questi libri in grado di nutrire occhi e cuore.
Arianna Melone, classe 1996 ha vinto il premio New Design nel 2015 e nel 2017 il Premio Imago al Comicon di Napoli. E’ la creatrice di questo splendido libro illustrato che ci accompagna dentro la quotidianità della grande poetessa Saffo.
I pregiudizi sulla grande poetessa crollano appena ci si tuffa fra le pagine illustrate, oltre a non nascondere la propria umanità, Saffo si dimostra esempio di virtù mostrando le sue grandi qualità di insegnante di morale e confermandosi un membro di grande importanza all’interno della società.
Alcuni dicono che le muse siano nove;
che distratti!
Guarda qua :
c’è anche Saffo di Lesbo, la decima.
Nella graphic novel Le ragazze di Saffo, lei è maestra del cuore e grande sacerdotessa.
Questo libro ci mostra un lato molto importante della grande poetessa: la sua capacità di istruire al sentimento e di ritualizzare il passaggio delle ragazze verso il ruolo sociale che andavano a ricoprire.
Eresse un tiaso e ne fu anche l’insegnante, poiché nella società fra il VII e VI secolo A.C. anche l’educazione all’amore e al sentimento erano considerati parte integrante del ruolo sociale di ogni donna. Lei accompagnava in maniera sacra e attraverso i suoi versi, le giovani donne dalla condizione di adolescente, propria di Artemide fino a divenire muse dell’amore, sacerdotesse di sessualità e sensualità, ispirate al modello Afroditico. Ma il tiaso costituisce per le giovani donne anche un fiorente luogo di scambi culturali, ricco di idee, scambi e pensieri condivisi.
Un importante fulcro di crescita individuale dal quale e per il quale nasceranno parole e poesie indimenticabili.
Anche l’immortalità ha il suo peso,
soprattutto quando della mia vita rimangono solo frammenti. Sarò ciò che loro vogliono,
vivrò attraverso ricostruzioni e interpretazioni.
Una vita fatta di racconti e smentite, di lodi e grandi critiche, quella di Saffo. La maggior parte delle sue opere poetiche nascevano ed erano utilizzate all’interno del tiaso e recitate durante i riti. Con le sue parolo ci racconta la società dell’epoca e il ruolo che le donne ricoprivano all’interno di essa, ci parla di amori e di incomprensioni, passioni sfrenate, delusioni e gelosie. I profili di un tempo, gli sguardi sognanti delle donne, i colori scelti ad arte per interpretare le emozioni sono solo alcuni dei tratti principali di questa interessante graphic Novel. Tutto il libro trabocca di passione sotto ogni sfaccettatura e ci accompagna dentro la visione di Arianna Melone della grande poetessa della Grecia antica. Un ritratto nuovo ed interessante, non incentrato solo sulle poesie, ma sui diversi aspetti di questa grande donna che è stata modello e maestra per molte altre donne, nonché grande intellettuale, rispettata ed amata dalla società del tempo.
Le meduse non hanno orecchie, edito Piemme, è un romanzo che mi ha coinvolta tanto.
Louise, la protagonista di questa storia è nata sorda da un orecchio e con l’altro sente ben poco.
Trent’anni trascorsi a cercare di vivere una vita normale, fingendo di aver compreso tutto nelle conversazioni di tutti i giorni, quando invece le viene molto difficile percepire alcuni suoni.
Posso dirvi che questa condizione ti logora a lungo andare e ve lo dico perché anche io ho una riduzione dell’udito, specialmente da un orecchio dal quale sento pochissimo.
Leggere il suo viaggio attraverso una condizione in bilico tra l’essere considerata a tutti gli effetti sorda mi ha toccato nel profondo, facendomi sentire compresa e meno sola.
Louise si trova a dover spiegare a chi la circonda quanto sia difficile e complicata la sua vita. Non essere del tutto partecipe nelle conversazioni a causa di una condizione che ti sei ritrovata a vivere è stressante.
Vieni compatito, passi per bugiarda e superficiale, e tantissime altre cose ma raramente si comprende che si tratta di una malattia che rende invalidi.
La vita di una persona invalida è complicata e ci vorrebbe più delicatezza.
L’esclusione non è la via più semplice ma quella più vigliacca.
Ciò che l’autrice racconta in Le meduse non hanno orecchie è la quotidianità, la vita reale, l’approccio verso una condizione in grado di portarti verso il silenzio e rischia di spegnerti.
Questo romanzo è speciale.
Dona speranza e ci apre gli occhi verso ciò che di bello può portare un cambiamento anche se non lo abbiamo scelto noi.
Buongiorno viaggiatori, oggi vi parlo di un libro edito Bompiani: L’avvelenatore di Emanuele Altissimo.
Tutto inizia quando il padre di Arno Paternoster viene trovato morto nella sua casa.
Si tratta di omicidio e proprio Arno è il primo sospettato.
Quanto un padre può essere avvelenatore per la vita di un figlio?
Arno ha sempre avuto con suo padre un rapporto difficile che lo ha portato a prenderne le distanze.
Perché l’avvelenatore mi è piaciuto?
Nella narrazione, Emanuele Altissimo, ci accompagna nella vita di Arno e della sua famiglia ma non solo, facendo emergere piccoli segreti.
Piccoli dettagli che serviranno al lettore per riflettere su temi importanti.
I rapporti familiari sono complessi, c’è chi riesce a viverne il rapporto in modo sereno e chi invece sente il bisogno di allontanarsi e tagliare i ponti.
Incomprensioni, punti di vista differenti … ci sono tanti motivi che possono portare a decisioni drastiche.
I personaggi che l’autore ci presenta sono ben caratterizzati ed è difficile non immedesimarsi in alcune circostanze.
il romanzo di emanuele altissimo propone un tema attuale.
L’avvelenamento dei terreni fatto solo per guadagnare.
Un thriller ben strutturato, scorrevole, che si addentra nelle tematiche familiari dove questioni irrisolte portano alla luce tensioni, segreti e qualcosa di inaspettato.
Una lettura che mi è piaciuta e consiglio a tutti soprattutto per l’aspetto psicologico.
Quando ho letto la trama di Appetricchio di Fabienne Agliardi ho saputo che dovevo leggerlo.
Il libro, edito per Fazi Editore, esce oggi, 05 Settembre 2023, in tutte le librerie. Il mio consiglio preliminare è di prenderlo in mano e guardare la copertina, chiudete gli occhi e senza sbirciare in quarta di copertina o tra le pagine, ditemi di cosa parla.
Appetricchio è una favola? Un fantasy? Parla di misteri ricchi di magia?
Si e no, dipende dal vostro concetto di magia.
La prima reazione che ho avuto con questo libro in mano è stata di stupore. Dovete sapere che da bambina passavo le estati in un posto che molto assomigliava a Petricchio.
Un paese dove tutti si conoscono, tutti sanno chi sei e tutti sanno “a chi appartieni”.
Se non fosse reale potreste pensare che uno stregone o un re abbia potere assoluto sui suoi sudditi e che questi siano marchiati ovunque essi siano.
In alcuni paesi del sud è vera anche questo e nessuno vi dirà mai il contrario. Beh, forse qualcuno si ma sta mentendo.
A certi paesi non si sfugge: ti chiamano anche se non ci torni.
Sei marchiato e non puoi farci nulla, anzi più li neghi e più il sigillo brucia.
È magia ed è stregoneria? Sì.
Appetricchio parla di un paese lucano, arroccato sui monti e autoesiliato dallo stivale.
Perché si è autoesiliato? Beh, il motivo è esilarante. Il ponte che lo collega al mondo è inagibile e nessuno è arrivato per sistemarlo.
Così l’unico modo è abbandonare i mezzi prima dell’inutilizzabile passaggio. Se si è fortunati si trova un paesano che può accompagnarvi, se si è sfortunati l’unica scelta è farsela a piedi.
Voi penserete che si tratta della solita storia di abbandono nel sud Italia ma non è solo questo.
La realtà è che la comunità di Appetricchio è… incurante e quasi insofferente all’esistenza del mondo al di fuori.
Sanno che esiste un’Italia da qualche parte ma è fuori dal paese, lontana e straniera.
La mia seconda reazione a questo libro è stata quasi respingente.
Mi sono detta: “è troppo vero, il mondo civile non deve sapere di questo!“
Vi ho detto che da questi posti non si sfugge nemmeno se si va dall’altra parte del mondo ma questa caratteristica peculiare ha sia lati positivi che lati negativi.
I lati negativi della cultura di questi posti sono il rifiuto di conoscere qualsiasi cosa non sia nel confine del paese, l’istaurarsi di meccanismi sociali che possono sembrare asfissianti e l’utilizzo delle consuetudini come fossero leggi scritte sulle 12 tavole.
Se da un lato il paese chiama dall’altro distrugge, quello che c’è nel mezzo è l’impossibilità di sottrarsi a questa dicotomia per il troppo amore e per la pressione del marchio di quell’antico stregone che con la sua magia tutto soggioga.
La magia e la follia, l’amore e l’orrore sono un’antica storia che molto ha in comune con il genere fantasy e con la fiaba, soprattutto se si aggiunge un’ambientazione che è troppo aliena per essere vera.
Appetricchio è vera.
Ve lo dico io che ci sono cresciuta, anche se non si chiama così.
Ve lo dico io che sono marchiata come la famiglia Bresciani, anche se io non vivo a Brescia e la mia Petricchio è in una regione diversa dalla Lucania.
Fabienne Agliardi ha creato uno spaccato reale di una fiaba che ricorda, insegna e perfino spaventa.
Non si può far altro che amare o fuggire ma proprio per questo Appetricchio vi tratterrà al suo interno senza più lasciarvi andare.
Vuoi conoscere la trama di Appetricchio? Clicca la parola LINK
I viaggi, siano essi fisici, onirici o fra le pagine, nascondono spesso insidie pericolose, rischiano di risvegliare il serpente della curiosità che, inevitabilmente ci spingerà a desiderarne ancora; fra i viaggi d’inchiostro che amo maggiormente ci sono quelli che esplorano la vita delle donne e della loro condizione: La strega di Triora.
Nel bene o nel male di streghe si parla sempre in ogni epoca.
A volte per indicare vecchie donne sagge che hanno conservato arcani segreti per miracolose guarigioni. Troppo spesso per additare chi è fuori luogo perché diversa, speciale, con speciale non intendo chi ispira tenerezza in una società apparentemente comprensiva.
Sto parlando dello speciale che fa ribrezzo perché non si sa conformare, sottomettere a canoni dettati nelle varie epoche, in grado di disturbare persino “il civico senso del pudore”.
I secoli passano e la parola resta sempre la stessa: Strega, legata con nodi stretti alla parola Donna.
Chi non ha mai sentito quelle corde strisciare sulla pelle?
Forse quando da bambine volevate giocare a soldati e banditi e come sempre vi si relegava al massimo al ruolo di infermiera e allora avete pestato i piedi: strega! Oppure quando al liceo, ai fiori stampati e scollature, avete preferito anfibi e abiti scuri: strega! Anche quando non siete state in grado di trattenere il bisogno di manifestare apertamente desideri, emozioni forti, opinioni contrastanti: strega, strega, strega!
Se si guarda indietro nella storia, i cambiamenti possono riguardare le forme di proibizioni, di limiti imposti, di trattamenti riservati, di punizioni per piegare, di veli da portare e sguardi da abbassare.
Ma l’oggetto della polemica di tutti i tempi è sempre e solo uno: la donna, la strega. Franchetta Borrelli è tutto questo: forte, curiosa, assetata di giustizia, donna e strega. Franchetta come Julia Carta, Dominica Figus, Catalina Lay e molte altre poco conosciute. Donne che nella mia isola hanno perso la vita sotto torture perché cantavano alla luna, o preparavano unguenti per aiutare i malati. Lo spazio per le donne è sempre troppo stretto o troppo ben delineato, senza possibilità di sgarro, pena l’emarginazione sociale, se va bene.
A volte basta soltanto una scintilla e a bruciare sono sempre i corpi delle donne.
Era stata la carestia ad incattivire gli animi.
Così gli infusi e le pozioni che facevano con le erbese curare le malattie erano diventati malefici.
E i filtri d’amore si erano trasformati in fatture.
Forse un giorno non sarà più un peccato uscire con la gonna corta o esprimersi in totale libertà ed in ogni forma. Magari arriverà il momento in cui non sarà più un peccato non avere paura. Forse, prima o poi, non sarà più un peccato essere donna.
La strega di Triora non vuole legami indotti, ma sceglie di amare e seguire il proprio sentimento libero.
In tutte noi esiste una parte nascosta, un istinto che non può essere domato. E’ una scintilla, che accende il fuoco all’improvviso.
E’ natura libera, creativa, selvaggia. (…)
E’ il segreto della vita: il femminile.
La strega di Triora cavalca le epoche per parlare della condizione delle donne. Parla anche di sorellanza vera, quella fatta di comprensione e giustizia, di coraggio e unione. Antonella Forte ci fa conoscere gli anfratti più nascosti di Triora con una lodevole ricostruzione storica dei luoghi e dei personaggi. Alcune notti avrei giurato di conoscere la strada per raggiungere il grande noce! L’autrice sottolinea anche l’importanza strategica di quel paesino tanto vicino alla Francia, centro di numerosi commerci e sotto la giurisdizione della Repubblica di Genova. Quando in una zona così ricca di scambi si abbatte una carestia, occorre trovare un capro espiatorio contro cui riversare tutta la propria rabbia e frustrazione. La strega di Triora non è un romanzo da leggere e dimenticare, è la storia di molte donne bruciate al rogo e torturate per giorni, è la storia degli antichi culti contadini soppiantati da una religione più forte e maschile, e quando non si sa contro chi puntare il dito, la colpa è sempre delle donne.
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.